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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Dopo due mesi torna in libertà Attilio Scarlino. Revocati i domiciliari

Il patron dell'azienda in cui è morto l'operaio Mario Orlando, è tornato in libertà. Il gip, Antonia Martalò, ha sostituito la misura detentiva con l'interdizione per tre mesi dalle attività imprenditoriali. Il salumificio aveva già ripreso a pieno regime

LECCE - E’ tornato in libertà Attilio Scarlino. Il patron dell’omonima azienda, arrestato circa due mesi addietro dopo la morte di Mario Orlando, l’operaio 53enne di Taurisano morto all’interno di un’impastatrice del salumificio di proprietà dell’imprenditore. L’accusa è quella di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e morte come conseguenza di altro reato.

Scarlino si trovava ai domiciliari, su disposizione del gip Antonia Martalò, che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. E’ stato lo stesso gip, accogliendo l’istanza del difensore di Scarlino, a revocare la misura e sostituirla con tre mesi di interdizione dalle attività imprenditoriali. Sulla scarcerazione avevano comunque espresso parere negativo i magistrati titolari del procedimento. Il 53enne, in sede di interrogatorio di garanzia, aveva affermato di non aver mai ordinato di manomettere il delicato sistema di sicurezza la cui assenza, secondo l’impostazione accusatoria, sarebbe stata la causa del decesso del povero Orlando.

La scarcerazione del patron dell’azienda di Taurisano arriva dopo la bocciatura, a fine settembre scorso, del Tribunale del riesame. I giudici avevano motivato il rigetto sottolineando la possibile reiterazione del reato e l’inquinamento probatorio. La Procura aveva comunque disposto la restituzione di tutti i macchinari sequestrati all’azienda lo scorso 31 agosto, fatta eccezione per l’impastatrice. La funzione del macchinario in cui ha perso la vita l’operaio 53enne, è stata sostituita da altre apparecchiature. In questo modo la produzione è ripresa, consentendo all’azienda di onorare le commesse già aggiudicate.

Il provvedimento emesso dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero (che coordina le indagini con la collega Paola Guglielmi) è stato conseguenza degli accertamenti effettuati dal suo consulente della Procura, l’ingegnere Cosimo Prontera. 

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