Scheletro di un uomo in casa, il figlio al pm: “Non è mio padre. Lui è in Svizzera”
Parla il 56enne di Corigliano d’Otranto al centro dell’inchiesta sulla scomparsa del padre Antonio, di 83 anni. S’indaga per occultamento di cadavere, truffa all’Inps e omicidio
CORIGLIANO D'OTRANTO - “Quello non è mio padre. Mio padre è vivo e si trova in Svizzera”: è quanto ha dichiarato Luigi Roberto Caracciolo, il 56enne di Corigliano d’Otranto al centro dell’inchiesta sulla scomparsa del padre Antonio, di 83 anni.
Dinanzi al pubblico ministero Luigi Mastroniani, titolare del fascicolo, l’indagato ha negato che lo scheletro, avvolto da una coperta su una brandina dinanzi a un ventilatore acceso appartenesse al genitore, sebbene sia stato ritrovato una settimana fa dai carabinieri proprio in casa di quest’ultimo.
In considerazione di tali affermazioni il magistrato disporrà verifiche sul dna ma anche sullo stato di salute mentale dell’uomo, affidandosi alla psichiatra Mariangela Pascali che già lo ha affiancato ieri durante l’interrogatorio.
Le ipotesi di reato sono occultamento di cadavere e truffa all’Inps - poiché si sospetta che l’indagato abbia nascosto il corpo del padre con l’intento di riscuotere la sua pensione – ma di recente si è aggiunta quella di omicidio volontario, poiché gli inquirenti non vogliono lasciare nulla di intentato, sebbene l’avanzato stato di decomposizione del corpo renda difficile la possibilità di trovare riscontri in questa direzione.
Già da una prima ispezione esterna, si era potuto intuire che il momento del decesso risalirebbe a oltre un anno fa, ma la Procura auspica di poter raccogliere informazioni più esaurienti dagli accertamenti del medico legale Alberto Tortorella, iniziati lunedì scorso con l’autopsia.
Nel confronto durato circa tre ore e mezzo, il 56enne, affiancato dall’avvocato difensore Fabrizio Ruggeri, oltre ad affermare che il padre si trova in Svizzera, nel paese in cui aveva vissuto e lavorato per diversi anni, ma senza fornire indicazioni più precise, ha chiarito di aver eseguito prelievi di denaro da sempre per la gestione familiare, anche quando la madre era in vita, non solo negli ultimi tempi.
Circostanza questa che sarà certamente approfondita dalle indagini.
A dare il via all’inchiesta erano stati i sospetti del comando locale di Corigliano d’Otranto che, dopo aver cercato invano di notificare un atto di messa in sicurezza dell’immobile al proprietario, Antonio Caracciolo, e dopo diverse ricerche andate a vuoto, aveva interpellato la magistratura.