rotate-mobile
Cronaca

Diritti degli omosessuali e "teoria gender": i post del parroco infiammano il web

Mentre la Corte Suprema degli Usa sancisce che i matrimoni omosessuali meritano la tutela costituzionale, da Spongano arriva l'avvertimento per tutti i parrocchiani che hanno utilizzato i colori arcobaleno per la propria foto su Facebook. La posizione di Arcigay Salento

LECCE – Chissà se nello scrivere quel post su Facebook fosse consapevole delle reazioni che avrebbe innescato. Probabilmente no, considerando che poi ritrovato addirittura a cancellare il suo profilo. Ma al vice parroco di Spongano il ripensamento non è bastato per finire sulle prime pagine dei giornali e nel vortice dei social network, che tutto risucchia in un gioco irrefrenabile.

Don Emiliano De Mitri, sebbene dal suo personale punto di vista, è uomo di chiesa attento all’attualità. Così, mentre anche il presidente degli Stati Uniti inseriva un tweet con l’hastag #lovewins (l’amore vince), a commento della storica sentenza della Corte Suprema che riconosce agli omosessuali il diritto costituzionale ad unirsi in matrimonio, il 33enne originario di Poggiardo lanciava una sorta di anatema assicurando che non avrebbe fornito più il nullaosta per vestire i panni del padrino o madrina a chi avesse manifestato il sostegno alle organizzazione Lgtb – e alle “teorie gender” - colorando la propria foto profilo con i colori arcobaleno (così come hanno fatto milioni di persone in tutto il mondo), né affidato incarichi come educatore catechista o di responsabile di associazioni ecclesiali.

Non un fulmine a ciel sereno, certo, considerando che il 15 giugno aveva addirittura promesso la scomunica per tutti coloro che fanno parte di “organizzazioni e circoli che promuovono l’ideologia gender”.

Per ironia della sorta il presidente di Arcigay Salento – La terra di Oz ha praticamente lo stesso cognome del sacerdote, ma con un y finale al posto della i che sembra quasi ricordare uno dei due cromosomi determinanti il sesso (l’altro è quello x). Così Roberto De Mitry risponde a don Emiliano De Mitri: “Ma come si può ‘minacciare’ i fedeli per una foto profilo? Se usi l'arcobaleno allora non ti faccio fare il padrino, o il catechista. Fa ridere. Fa ridere il livello di pateticità a cui si è arrivati. Un po' come le indulgenze: con un cento euro quella piccola scappatella Dio te la perdona. Suvvia, vi sareste accorti anche voi che avete superato qualsiasi genio delle sceneggiature di sit-com”.

Quanto all’oggetto teorico del contendere, cioè tutto ciò che gravita attorno al termine inglese gender introdotto nel lessico italiano attinente l’orientamento sessuale e la battaglia per i diritti civili, il presidente spiega: “La teoria gender, come illustrata dai detrattori dell'associazionismo che lotta per la pari dignità e cittadinanza della comunità Lgbt, non esiste. Non esiste perché noi di Arcigay Salento non andiamo nelle scuole a dire che da grandi i ragazzi ‘possono scegliere’ se essere uomini o donne. Confondendo il fattore biologico che innesta quelle bellissime differenze fisiche e morfologiche tra uomo e donna con il fattore sociale, che invece, assegna ingiustamente ruoli diversi ai diversi sessi. Semplificando: è giusto valorizzare le differenze tra uomo e donna, ognuno con esigenze fisiche e morfologiche peculiari; è ingiusto dire che un uomo deve solo lavorare e sostenere economicamente una famiglia e una donna deve restare a casa a prendersi cura dei figli. Il fattore sociale è quello che deve cambiare perché è intriso di maschilismo e patriarcato lasciando fuori ed emarginando chi non si sente appartenere a questo dato binario uomo donna”.

In sintesi, per De Mitry ad alcuni rappresentanti della Chiesa “non va affatto bene che qualcuno contesti il patriarcato e il ruolo sociale dell’uomo e della donna perché significa mettere in discussione il sacerdozio maschile, il ruolo della donna sottomessa, la famiglia ‘tradizionale’. Le basi, insomma, su cui la Chiesa è cresciuta ed ha consolidato il suo potere immanente secolare”.

Non è certo una posizione isolata quella di don Emiliano: da altri angoli d'Italia riecheggiano posizioni simili. Ed è forse solo la conseguenza del fatto che di alcuni temi oggi si parla alla luce del sole. Del resto esattamente un anno addietro le strade di Lecce si animavano in occasione del Puglia Pride (quest'anno il 4 luglio a Foggia). 

NB: il dibattito è aperto, ma non ci costringete con insulti o espressioni rozze e togliere da questo articolo la possibilità di commentarlo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Diritti degli omosessuali e "teoria gender": i post del parroco infiammano il web

LeccePrima è in caricamento