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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

“Battaglia” ultras in autostrada: novanta identificati, scattano le prime denunce

Un leccese e tre baresi i primi deferiti, ma le indagini della Digos vanno avanti. L'episodio ieri sull'A16 durante quando le due tifoserie si sono incrociate

BARI – Oltre novanta identificati e per tre già le prime denunce. Sulla surreale vicenda di ieri sull’autostrada A16, dove si sono incrociate le tifoserie del Bari e del Lecce e si è arrivati a uno scontro di tale violenza, da portare a un pullmino in fiamme usando fumogeni e ad altri danneggiati, sta indagando in queste ore la Digos del capoluogo pugliese.  

Rispondono di porto senza giustificato motivo di oggetti atti ad offendere, un tifoso leccese di 35 anni e tre tifosi baresi di età compresa tra i 39 e i 58 anni. Uno di questi era pregiudicato per reati da stadio, già sottoposto a Daspo. Questo, per via di quanto ritrovato addosso.

Durante una serie di perquisizioni, infatti, sono stati sequestrati due mazze da baseball, due manganelli (di cui uno in legno), un taglierino, due paia di guanti, uno scaldacollo riportante il logo di uno noto gruppo ultras barese, una frusta costituita da tre anime in ferro e la parte riflettente di uno specchietto retrovisore. Sono in corso approfondimenti per verificare se i quattro abbiano anche concretamente partecipato alla “battaglia”.

7e4dbea5-4965-4609-ba23-b839994c44a1-2Lo scontro, come noto, è avvenuto verso le 12,15 di ieri al chilometro 153 dell’Autostrada A16, in careggiata Sud. Accertamenti sono poi avvenuti presso i due caselli autostradali di Bari, presso i club dei tifosi del Bari e i luoghi di abituale ritrovo di questi ultimi, per intercettare e identificare eventuali partecipanti.

Le due tifoserie sono venute a contatto mentre percorrevano lo stesso tragitto autostradale. I biancorossi erano diretti a Castellamare di Stabia per l’incontro Cavese-Bari, i giallorossi nella Capitale per Roma-Lecce. I controlli, come detto, hanno consentito di identificare, al momento, una novantina di tifosi, alcuni dei quali con visibili ferite al capo, fra coloro che alla fine non si sono più recati a seguire le rispettive gare di calcio, oltre a sequestrare una serie i già citati oggetti contundenti.

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