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Cronaca Scorrano

Ruspe di nuovo all'opera: estratti altri rifiuti anche a 8 metri di profondità

I carabinieri del Noe da questa mattina in "Contrada Orie", fra Scorrano e Supersano, in un terreno agricolo dove si trova un'ex cava. Già scovate plastiche derivanti da scarti industriali, logori copertoni mai smaltiti, e una quantità non indifferente di inerti scaturiti da demolizioni edili

SCORRANO – Plastiche derivanti da scarti industriali, logori copertoni mai smaltiti, una quantità non indifferente di inerti scaturiti da demolizioni edili, ma anche barili pieni di liquido, forse olio esausto. C’è questo e molto anche altro nell’ennesima cava dismessa sulla quale sono puntati anche oggi i fari dei carabinieri del Noe di Lecce.

Le pale meccaniche delle ruspe sono tornate all’opera fin dall’alba, ma risalendo verso l’area centrale della penisola salentina: dopo Patù e San Gregorio, l’attenzione è ora puntata sulla campagna fra Scorrano e Supersano. E la situazione, anche qui, sembra tutto fuorché rosea. Insomma, è sempre più caccia aperta ai veleni interrati, in quella che sta diventando una vera e propria crociata. Con la terra rossa del Salento trasformata nelle ultime settimane in una sorta di gruviera.

Riduttivo sarebbe credere che esista solo la questione del tracciato lungo cui deve nascere la nuova strada statale 275 Maglie-Leuca. Il fil rouge che lega quelle discariche ad altre è nel lassismo e nell’indifferenza con cui ovunque, e per decenni, rifiuti d’ogni genere sono stati sepolti sotto quintali di terra. E se la vegetazione ha preso il sopravvento, la vergogna non poteva comunque rimanere coperta in eterno. Ora, quella stessa terra, sta sputando sotto la luce del sole ciò l’uomo ha celato, all’ombra di uno sfruttamento indiscriminato.

I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, gruppo specializzato in tutela ambientale e diretto dal maggiore Nicola Candido, stanno sostenendo negli ultimi tempi ritmi serrati. Nuove indagini li hanno condotti oggi in “Contrada Orie”, non lontano peraltro da un caseificio, nei campi che si osservano transitando lungo la strada provinciale 362 che collega Scorrano a Supersano. Il fascicolo è in mano al sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone.

Le attenzioni sono puntate su un’ex cava che sorge in un vasto terreno agricolo, privata. Con il proprietario a sua volta ignaro di quanto si celasse nel sottosuolo e, nella vicenda, parte lesa. Già in queste ore sono emersi i primi quintali di scarti, seppelliti persino fino a 8 metri di profondità. Ed è stata sequestrata in via preventiva l'intera area, per circa un ettaro e mezzo. 

Ma i lavori sono ancora in corso, perché, secondo informazioni acquisite dai militari, in quel punto potrebbe trovarsi anche altro. Gli stessi carabinieri del Noe, prima di Pasqua, hanno disseppellito pellami e altri rifiuti speciali, tutti scarti di industrie calzaturiere, in località “Pozzo Volito”, fra San Gregorio e Patù.  Ed è pressappoco ciò che contano di rinvenire anche in questo nuovo sito in agro di Scorrano.  

Per ora, dopo quindici saggi del terreno (appena un quinto della sua ampiezza), sono stati scovati, rifiuti d'ogni genere. Non solo quelli già citati, ma anche polistirolo e vasi di plastica provenienti da vivai, batterie, guaine, tubi da irrigazione e sacchi di plastica. E ancora: lastre sbriciolate di eternit, conci di tufo, pilastri in cemento armato, sanitari, guaine bituminose, blocchi di cemento armato, tapparelle, cavi elettrici e scarificato stradale.

Pressappoco nello stesso periodo, nell’inchiesta parallela condotta dalla guardia di finanza, altri rifiuti pericolosi che potrebbero aver rilasciato nel terreno agenti chimici sono stati rinvenuti in “Contrada Matine”, verso Alessano, e in una discarica abbandonata e mai bonificata non lontano da Tricase, nei pressi della cripta della Madonna del Gonfalone. E come sempre si attende l'esito delle analisi chimiche per stabilire se la falda sia stata intaccata. Il timore, per molti Comuni, è che le acque possano essere contaminate da diossina. 

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