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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Parabita

Seimila litri di gasolio nel deposito. Ditta nei guai

Un 40enne, titolare di una società di autotrasporti, è finito nei guai a seguito di alcuni controlli. Nel parcheggio, una cisterna con oltre 6mila litri di carburante senza regolare autorizzazione

PARABITA - Un esercito di dodici, imponenti tir, parcheggiati nel parco veicoli della società. Fin qui, tutto bene. Quando, invece, i finanzieri della compagnia di Gallipoli, hanno verificato lo stoccaggio del carburante impiegato e il possesso delle autorizzazioni necessarie per la detenzione del materiale infiammabile, si sono trovati di fronte alla sorpresa.

Giovedì scorso, infatti, i militari hanno accertato non solo che il gasolio detenuto dalla società di autotrasporti di Parabita era stoccato all'interno della ditta in assenza di autorizzazioni, obbligatorie per legge. Ma hanno dovuto appurare che il quantitativo di materiale esplodente era elevato. . La ditta custodiva, infatti, 6 mila e 400 litri di gasolio, custodito in una cisterna di una capienza di 9 mila litri. Una potenziale minaccia per la sicurezza e l'incolumità pubblica.

Il silos, realizzato in ferro e con una copertura fatta della stessa lega, non era dotato di regolari dispositivi di sicurezza, come quelli di antincendio o come gli impianti di messa a terra. Una volta sequestrato, il carburante è stato trasportato presso una società regolarmente autorizzata allo stoccaggio. Ma non è finita qui.

Nel corso della stessa attività di verifica, i finanzieri gallipolini hanno anche notato un lavaggio - privo di autorizzazione- completo di tutto l'occorrente per la pulitura dei tir, allestito nel piazzale del parcheggio. Mentre, in un box adiacente, hanno rinvenuto anche un'idropulitrice e un aspirapolvere. Entrambi per uso professionale. Assieme a fusti di shampoo, detergenti, compressori.

E ancora spugne e spazzole da lavaggio. Un kit completo, insomma, per lavare i pesanti mezzi, servendosi poi di una grossa buca in cemento (simile a quelle utilizzate nelle officine meccaniche) con relativo foro di scarico per disfarsi delle acque reflue dopo il lavaggio. Convogliate, in un secondo momento, in una pozza realizzata in un terreno attiguo. Senza alcuna premura per suolo e falde acquifere.

Anche il lavaggio, improvvisato, e le attrezzature impiegate sono stati dichiarati sotto sequestro per violazione delle norme in materia di tutela ambientale. L'amministratore della società, invece, è stato denunciato per reati ambientali e detenzione di materiale esplodente senza le prescritte autorizzazioni.

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