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Cronaca Trepuzzi

Si spacciò per “ragazzo” e fece sesso virtuale con una minorenne: condannato un anziano

La Corte di Cassazione ha confermato il verdetto a otto anni e mezzo emesso in Appello nei riguardi di un 69enne che adescò in Rete una ragazzina di Trepuzzi, all’epoca dei fatti 14enne

TREPUZZI - E’ stata confermata dalla Corte di Cassazione la condanna a otto anni e mezzo inflitta a E. P., un 69enne di Tivoli accusato di aver adescato una ragazzina originaria di Trepuzzi (all’epoca dei fatti 14enne) in chat spacciandosi per un suo coetaneo e di averla convinta a spogliarsi e a compiere atti sessuali davanti alla webcam.

Gli “ermellini” hanno dunque reso definitiva la sentenza emessa l’8 aprile del 2021 dalla Corte d’appello (composta dal presidente Domenico Cucchiara e dalle giudici Eva toscani e Antonia Martalò), in linea al verdetto di primo grado che aveva stabilito anche il pagamento di una provvisionale per complessivi 100mila euro alla ragazza e ai suoi genitori, parti civili con gli avvocati Carlo Viva e Sabrina Conte.

Il 69enne è stato dunque riconosciuto responsabile del reato di pedopornografia pluriaggravato, ma per la stessa vicenda, lo scorso maggio, è stato condannato (in un altro processo di cui al momento si conosce solo il verdetto di primo grado, è pendente l'appello proposto dall'avvocato Michele Reale) a cinque anni e due mesi per violenza sessuale.

Tutto è partito nel 2013, proprio dalla denuncia dei genitori, insospettiti dal fatto che la figlia trascorresse molte ore chiusa in stanza e dal fatto che, scoperta la relazione, il sedicente ragazzo si rifiutasse di incontrarli con varie scuse. A raccontare il resto furono le indagini svolte dalla pubblico ministero Stefania Mininni (il magistrato titolare del fascicolo oggi alla procura per i minorenni), con la polizia postale, durante le quali furono sequestrati i computer dell’adolescente e dell’imputato. Nel pc di quest’ultimo furono rinvenute centinaia di immagini, oltre che della malcapitata interessata dal procedimento, anche di altre minorenni, alcune persino di età inferiore.

A quanto emerso dalle analisi del materiale informatico, il pedofilo avrebbe conquistato il cuore della malcapitata, lasciandole credere per mesi (tra il 2011 e il 2012) di essere il tipo bello e giovane che appariva nelle fotografie dei profili aperti sui social network. Con lui, che invece aveva il quadruplo dei suoi anni, la ragazzina avrebbe intrattenuto lunghe chiacchierate su messanger e skype, arrivando persino a spogliarsi e a compiere atti sessuali dinanzi alla webcam e a inviare, sempre su richiesta dell'uomo, scatti in cui era nuda.

L’avvocata Sabrina Conte ha commentato così il verdetto: “Spero che tante ragazzine e ragazzini, e i loro genitori, facciano la massima attenzione agli incontri virtuali visto come prestano il fianco a malintenzionati”.

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