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Cronaca

Rischiò di morire per occlusione intestinale: condannato un medico

Condannato un professionista 50enne per una vicenda che risale all’estate del 2017, quando prestava servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale di Gallipoli. Il paziente, un turista, fu rimandato a casa senza analisi del sangue, nonostante dolori e un certificato della guardia medica

LECCE – Un anno e sei mesi di reclusione: è la condanna contenuta nella sentenza emessa in giornata, dal giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce Pietro Baffa, nei confronti di F.C.L., medico 50enne accusato di omissione di atti d’ufficio per non aver prestato soccorso a un turista. Quest’ultimo, secondo la giustizia, avrebbe rischiato conseguenze gravi per un’occlusione intestinale.

La vicenda risale al mese di agosto del 2017, presso l’ospedale di Gallipoli, dove il professionista all’epoca dei fatti prestava servizio presso il pronto soccorso. Nonostante il paziente - giunto d’urgenza al “Sacro Cuore di Gesù” -fosse dotato di un certificato emesso il giorno prima dalla guardia medica con una diagnosi di “subocclusione intestinale”,  il medico si sarebbe rifiutato di sottoporlo a visita e agli accertamenti diagnostici. Avrebbe suggerito al paziente di recarsi dal proprio medico curante, distante però oltre mille chilometri.

 Davanti all’insistenza della moglie, preoccupata per le condizioni del marito, il medico avrebbe prescritto una terapia farmacologica, impossibile da ingerire per il turista proprio a causa dell’importante problema all’apparato digerente. Il mattino seguente, il paziente sarebbe giunto in gravi condizioni presso l’ospedale di Tricase, in uno stato semicosciente. Qui è stato disposto il ricovero urgente, dati le condizioni di salute e i dolori crescenti. Sottoposto agli esami, la Tac aveva evidenziato una occlusione intestinale in corso, tanto da essere stato immediatamente accompagnato in sala operatoria per un intervento chirurgico che gli ha salvato la vita.

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