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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Per i detenuti celle conformi agli standard di legge: il giudice accoglie il ricorso

La normativa impone il rispetto di una superficie non inferiore a 14 metri quadrati, ma nelle celle di Borgo San Nicola tre detenuti si dividono 11,5 metri. L'istanza preparata dall'avvocato Alessandro Stomeo ha portato alla storica sentenza

LECCE – L’amministrazione penitenziaria dovrà trasferire in una cella adeguata agli standard previsti dalla legge un detenuto del carcere di Borgo San Nicola, l’istituto di pena alle porte del capoluogo salentino. E’ questa la decisione, ritenuta non a caso storica, del Tribunale di sorveglianza di Lecce, con cui il giudice Maria Gustapane ha accolto il ricorso presentato da un detenuto originario di Lizzanello, rappresentato dall’avvocato Alessandro Stomeo del foro di Lecce, da sempre impegnato in prima linea nella difesa e la tutela dei diritti dei detenuti.

Il giudice della Sorveglianza, infatti, ha stabilito che, in base al decreto ministeriale del 5 luglio del 1975, gli ambienti di vita e di riposo per ogni detenuto non devono essere di superficie inferiore a 14 metri quadrati. Cifre e spazi ben lontani da quelle di Borgo San Nicola, alle prese con una cronica emergenza dovuta al sovraffollamento, dove per ogni cella di circa 11,50 metri quadrati (progettata per una persona) sono rinchiusi tre detenuti, con uno spazio calpestabile di circa 3 metri quadrati per ogni soggetto recluso. Il tutto in violazione del regolamento penitenziario e dell’articolo 27 della Costituzione, secondo cui la limitazione della libertà dovrebbe avere come obiettivo la riabilitazione dell'uomo e il suo reinserimento in società. La cella, per poter ospitare tre detenuti, dovrebbe essere di almeno 42 metri quadri. Per questo, scrive il giudice nella sentenza, il detenuto deve essere spostato in una cella adeguata.

Si tratta di una sentenza unica nel suo genere, che dovrà avere immediata attuazione. Con un recente verdetto (il 135 del 2013), infatti, la Corte costituzionale ha stabilito che l’amministrazione penitenziaria è obbligata a eseguire i provvedimenti assunti dal magistrato di sorveglianza a tutela dei diritti dei detenuti. “Se non lo facesse – spiega l’avvocato Alessandro Stomeo –, incorrerebbe nella commissione di un reato”. Il caso del detenuto 64enne di Lizzanello rischia ora di travolgere l’intera struttura penitenziaria salentina. Se, com’è lecito attendersi, i ricorsi dei detenuti (costretti a dividere una cella con altri due reclusi) dovessero moltiplicarsi in maniera esponenziale, il carcere di Borgo San Nicola e l’amministrazione penitenziaria si troverebbero a fare i conti, oltre che con il solito problema del sovraffollamento, anche con una struttura inidonea ad ospitare un numero così elevato di detenuti. Sarebbero costretti, dunque, ad applicare la legge.

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