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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Sentenza per la libertà di cura: somministrazione gratuita della terapia Di Bella

Nuova espressione del Giudice del Lavoro di Lecce che ha ordinato la distribuzione gratuita del multitrattamento all'ammalato e a rifondergli ben 25mila euro di spese per le cure sostenute avendo verificato l'efficacia terapeutica

LECCE – In piena bufera scatenata dal metodo Vannoni e il caso “stamina”, vicenda che sta animando il dibattito medico e le cronache giudiziarie, un’importante ed innovativa sentenza è stata emessa il 16 gennaio scorso dal Tribunale di Lecce in funzione del giudice del lavoro.

Al centro dell’espressione del giudice la cosiddetta “Terapia Di Bella”, con l’autorizzazione alla somministrazione a carico dell’Asl di Lecce del multi-trattamento, ma anche alla rifusione integrale delle spese sostenute dall’ammalata interessata, per un totale di ben 25mila euro.

Il magistrato del tribunale leccese, Francesca Costa, ha rilevato che se nei casi specifici è provata l’efficacia terapeutica e l’insostituibilità della cura in questione a fronte della “palliatività” delle cure tradizionali poste a carico del servizio sanitario, il “MdB” potrà risultare terapia farmaceutica da porsi a carico del sistema sanitario nazionale.

Nella fattispecie, il giudice del lavoro in una causa introdotta su ricorso degli avvocati Carlo e Vanessa Madaro ha, infatti, ritenuto documentata l’efficacia dei farmaci e dell’intera terapia producendo un miglioramento della patologia tumorale, mentre la terapia ufficialmente riconosciuta è risultata essere stata inefficacie.

“La novità - rileva Giovanni D'Agata, presidente dello Sportello dei diritti -, non è solo l’annosa questione della libertà di cura ed il diritto all’assistenza da parte dello Stato, ma soprattutto che il giudice del lavoro sia intervenuto a sancire il diritto al rimborso delle spese sinora sostenute dalla paziente che risultano integralmente poste a carico dell’Asl di Lecce per un importo totale di quasi 25mila euro”.

Lo “Sportello dei diritti”, nato proprio a seguito delle battaglie di Carlo Madaro, plaude a decisioni del genere che “vengono incontro – prosegue D’Agata - agli ammalati restituendo speranza quando altre cure “certificate” non portano ad una guarigione o ad un miglioramento delle condizioni di vita e pertanto continuerà nell’attività di assistenza di tutti i cittadini che vorranno intraprendere azioni giudiziarie in tal senso”.

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