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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Nardò / Via Eleonora Duse

La palestra non si mette in regola e adesso scattano sigilli e denunce

I carabinieri hanno sequestrato la "Planet Fitness Center" di Nardò. Denunce per i gestori. Il Comune, lo scorso anno, aveva emesso due ordinanze, intimando di produrre, fra l'altro, certificato di prevenzione incendi e agibilità

NARDO’ – La palestra non s’è messa in regola. E pare che le attività siano proseguite, nonostante due ordinanze comunali: la prima intimava di risolvere il nodo di difformità e carenze riscontrate, risalente a giugno dello scorso anno; l’altra, di ottobre, ingiungeva lo stop.

E così, ieri sera sono scattati i sigilli dei carabinieri della stazione di Nardò, che hanno contestato ai gestori, di 78 e 40 anni, l’inosservanza del provvedimento delle autorità. Il sequestro dei militari riguarda la Planet Fitness Center”, struttura facente capo alla società cooperativa sportiva dilettantistica che porta lo stesso nome. La stabile si trova all’incrocio fra le vie Eleonora Duse e Pantalei Tagliate.

La struttura è nata alla periferia di Nardò piuttosto di recente. Costruita ex novo, moderna, in una zona della città, a ridosso delle campagne, in via d’espansione. E la segnalazione dell’inizio delle attività per la palestra e la sala ginnica risale al 4 febbraio del 2016. Ma fin da subito, i funzionari del Comune hanno rilevato carenze documentali e irregolarità.

In primis, a giugno lo stato dell’attività risultava, secondo riscontri, inattiva presso il registro imprese della Camera di commercio. Inoltre, ben più rilevante, sembra che mancassero il certificato di prevenzione incendi e l’agibilità per i locali di esercizio. Tutto questo, contestato dalla polizia locale nel corso di un sopralluogo.

Il verbale degli agenti aveva prodotto l’ordinanza emessa dallo Sportello unico delle attività produttive comunale, a firma del dirigente Piero Formoso, in cui si intimava a sospendere le attività, in attesa di mettersi in regola con la normativa, dando un termine di trenta giorni. Passato quello, si sarebbe corso il rischio di misure più drastiche.

Il provvedimento era stato notificato il 4 luglio, ma, a distanza di tempo, ben poco deve essere cambiato, se è vero che, scaduti i termini, sono state contestate, di fatto, le stesse irregolarità. Da cui è disceso un divieto vero e proprio di prosecuzione dell’attività, sempre a firma del dirigente Formoso. E ora, con l’intervento dei carabinieri, sono arrivate anche le denunce penali e il sequestro.

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