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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Monteroni di Lecce

Dia: confiscati i beni di "Gianni Conad" per oltre 1,6 milioni di euro

Gli uomini della Dia di Lecce, coordinati dal colonnello Francesco Mazzotta, hanno confiscato beni mobili e immobili a Giovanni Mazzotta, 46enne di Monteroni. Un uomo vicino, secondo gli inquirenti, al clan dei fratelli Tornese

 

LECCE – Finiscono definitivamente nel patrimonio dello Stato beni del valore complessivo per oltre un milione e 600mila euro. Si tratta dell’ennesima importante operazione compiuta dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Lecce, coordinati e diretti dal colonnello Francesco Mazzotta, che hanno confiscato, all'alba di oggi, beni mobili e immobili riconducibili a Giovanni Mazzotta, alias “Gianni Conad”, 46enne di Monteroni. Un uomo vicino, secondo gli inquirenti, al clan mafioso dei fratelli Tornese, e già condannato con sentenza definitiva per traffico di sostanze stupefacenti.

Il provvedimento di confisca, che segue quello di sequestro anticipato eseguito a maggio dello scorso anno, è stato emesso dal Tribunale di Lecce a seguito della proposta di misura patrimoniale avanzata dal procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, a conclusione d’indagini patrimoniali svolte dalla sezione operativa della Dia leccese, che avrebbero consentito di accertare una manifesta sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati da Mazzotta e l'ingente patrimonio riconducibile a lui e ai suoi familiari.

Le indagini su “Gianni Conad”, condotte dalla Dia e dal Nucleo investigativo dei carabinieri, hanno preso avvio dall’omicidio di Lucio Vetrugno, alias “Lucio della tigre”, 55enne di Monteroni assassinato il 22 dicembre 2010, altro elemento in passato già ritenuto affiliato al clan Tornese. Nelle tasche della vittima, infatti, i militari dell’Arma rinvennero alcuni assegni riconducibili alla Mi.Che srl, una delle tre società sequestrate e amministrata da Matteo D’Agostino, considerato un prestanome di Giovanni Mazzotta. L’attività investigativa ha poi permesso di ricostruire l’assetto economico di Mazzotta e il suo patrimonio finanziario composto da tre società a responsabilità limitata che gestiscono sette supermercati quattro immobili e un appezzamento di terreno. In particolare, i beni sequestrati sono: il supermercato “Meta” di via Fratelli Bandiera a Leverano; il supermercato “Gulliper” di via Aldo Moro a Leverano; il supermercato “Gulliper” di via Vittorio Emanuele a Leverano; la società Mi.Che srl con sede in San Cesario di Lecce e l’intero complesso aziendale con le rispettive unità locali; un supermercato in via Cazzella a Leverano; il supermercato “Pam” di via Martiri Neretini a Nardò; un punto vendita “Mondo Casa” a Leverano e un supermercato “Pam” in via XXIV Maggio a Leverano.

“Vicino alla Scu”, sequestrati supermercati e immobili

“I risultati di questa indagine – spiega il colonnello Francesco Mazzotta – testimoniano l’attenzione della Dia all’aggressione dei patrimoni illeciti e l’efficacia delle misure di prevenzione patrimoniali nel contrasto alla criminalità organizzata”. “E’ proprio la potenza economica – prosegue l’alto ufficiale della Dia –, a rendere estremamente pericolosa la criminalità consentendole, soprattutto, di integrarsi con il sistema economico-finanziario talora non parallelo, né occulto, né illegale, ma lecito: la cosiddetta mafia imprenditrice”. Le indagini hanno dimostrato come la criminalità a fronte di una imponente massa di danaro abbia diversificato gli impieghi, reinvestendo i capitali illeciti nel finanziamento di imprese formalmente lecite, nel caso di specie i supermercati,  anche se finanziate con danaro sporco dando luogo a quel settore di mercato denominato, dagli economisti, economia mafiosa.” 

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