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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Fabio Filzi

L'impero di un 42enne sotto sequestro per oltre un milione di euro. Sigilli anche a Lecce

I finanzieri del capoluogo salentino, assieme ai colleghi di Roma, hanno eseguito un decreto emesso dal Tribunale di Brindisi, nei confronti di beni immobili e mobili appartenenti ad un 42enne di San Pietro Vernotico già condannato per associazione mafiosa. Coinvolti nel blitz anche cinque famigliari, ritenuti prestanome

LECCE - Una delle due ditte individuali sequestrate questa mattina si trova nel centro di Lecce, all’angolo tra via Fabio Filzi e via Cesare Battisti. Ad apporre i sigilli, i militari della Guardia di finanza del capoluogo salentino, in collaborazione con i colleghi dello Scico di Roma, il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata. Beni mobili ed immobili sono stati sottratti ad un noto pregiudicato, per un valore di 1,1 milione di euro. Si tratta di Alessandro Fago, 42enne nato a Mesagne, ma residente a San Pietro Vernotico, già condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa e finito nuovamente nei guai assieme a cinque famigliari, ritenuti dagli inquirenti suoi prestanome: i propri genitori, moglie, fratello e cognata.

Gli uomini delle fiamme gialle, nel corso delle indagini, hanno infatti eseguito un decreto di sequestro anticipato, emesso dal Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Lecce. Oltre ad un rinomato negozio di abbigliamento della Città barocca, ad essere colpiti dal provvedimento, anche un’enoteca a Torre San Gennaro, la marina di San Pietro Vernotico, il capitale sociale e l’intero compendio aziendale di una società.

E non è tutto: la misura è scattata ancheper  per due aziende, entrambe operanti nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, e sempre con sede nel comune del brindisino, una quota di partecipazione al capitale sociale di una società edile del posto e due immobili della zona. Assieme a cinque autoveicoli e i conti correnti bancari e postali.

Nel corso degli accertamenti economico-patrimoniali condotti, i militari hanno rilevato l’esistenza di una netta sproporzione tra patrimonio a disposizione del 42enne - ora difeso dall'avvocato Ladisalo Massari -  e il  reddito e il possesso di beni che non trovavano attinenza con il reddito dichiarato. Fago, peraltro, è un nome familiare nelle cronache locali, perchè coinvolto nell’operazione "Augusta", condotta dai carabinieri del Ros di Lecce e dai quelli del comando provinciale, all’alba del 4 ottobre del 2011, e che portò a smantellare un sodalizio ritenuto un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsioni, scongiurando la rinascita di uno dei clan storici della Sacra corona unita, capeggiato dal boss Totò Rizzo. Il quale, dal carcere, avrebbe cercato nel tempo di ricostruire il gruppo e riconquistare il proprio "bacino d'utenza".

Immagine-174-22Tra i 49 individui fermati in quell’occasione, vi era anche l’imprenditore brindisino che riuscì a scappare all’arresto, costituendosi il giorno dopo, consegnandosi al personale dell’Arma della città adriatica. L’anno precedente, alla fine di agosto del 2010, il negozio di capi d’abbigliamento “Contrario white” finito questa mattina sotto sequestro, fu dato alle fiamme. Il rogo distrusse il locale, che da quell'episodio cambiò nome e profilo societario, lasciando soltanto pareti annerite e distruggendo persino alcune autovetture parcheggiate in corrispondenza dell’esercizio. Intorno alle tre di quella notte, dopo l'intervento dei vigili del fuoco, che non rinvennero tracce di liquido infiammabile,  i rilievi furono affidati alla polizia scientifica e le indagini ai colleghi della squadra mobile.




 


 

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