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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La finanza sequestra i beni di Corigliano per 31 milioni di euro

Il provvedimento eseguito su ordine del presidente della prima sezione penale della Corte d'appello. Riguarda terreni, autovetture e fabbricati riconducibili a società legate all'imprenditore, condannato per usura e riciclaggio

LECCE - I militari della guardia di finanza di Lecce hanno eseguito, nelle prime ore di questa mattina, un provvedimento di sequestro preventivo dei beni di Roberto Corigliano, per un valore di 31 milioni di euro. Il 63enne, di origini leccesi, è stato accusato di associazione per delinquere, usura, riciclaggio ed esercizio abusivo dell'attività finanziaria.

All'imprenditore salentino, già assolto in primo grado con formula piena, i giudici hanno inflitto una condanna a 5 anni e sei mesi di reclusione, lo scorso 13 novembre.

Al centro della complessa indagine, tre distributori di servizio che sorgono sulla via per Merine, sulla Lecce-Maglie e sulla Lecce-Galatina. Attività commerciali che, secondo l'accusa, l'imputato avrebbe utilizzato per far transitare ingenti somme di denaro sporco.

Quote sociali e beni aziendali delle società riconducibili all'ex presidente di Confcommercio, sono finite sotto le lente degli uomini del Nucleo di polizia tributaria. Al vaglio delle fiamme gialle, compendi aziendali e quote societarie, terreni, fabbricati e autovetture. E ancora, saldi attivi dei rispettivi rapporti di conto corrente.IMG-20121113-WA000-3

I finanzieri hanno dato luogo al sequestro, disposto dal presidente della Prima sezione penale della Corte d'appello di Lecce, Vincenzo Scardia, su richiesta dell'avvocato generale della Repubblica, Antonio Maruccia, nell'ambito dell'indagine denominata "Giano". Particolarmente estesa la lista dei beni finiti sotto sequestro. Alle aree di servizio, infatti, vanno aggiunti sette società a responsabilità limitata, nove terreni, tre società immobiliari, una società di servizi. 

La decisione segue all'esito delle recente condanna di secondo grado, emessa nei confronti di Corigliano con la quale è stata appunto ordinata, tra l’altro, il sequestro dei beni mobili ed immobili, titoli e quote sociali già requisiti dal Tribunale del riesame di Lecce nel dicembre del 2005.

 

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