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Cronaca Taviano

Sesso con minori in cambio di giocate a carte e sigarette: confermati 10 anni di reclusione

La Corte d’Appello di Lecce non ha cambiato di una virgola la sentenza emessa lo scorso 18 marzo, nei riguardi di Antonio Scala, il 70enne di Taviano accusato di aver adescato ragazzini, di 11 e 12 anni, in un casolare

TAVIANO - Confermata la condanna a dieci anni di reclusione, più una multa di 26mila euro, nei riguardi di Antonio Scala, il 70enne di Taviano accusato di aver adescato ragazzini, di 11 e 12 anni, in un casolare, di averli indotti a rapporti sessuali e a inviargli foto delle loro zone intime.

La sentenza emessa nei giorni scorsi dalla Corte d’Appello di Lecce non ha cambiato di una virgola quella dello scorso 18 marzo, nel processo discusso col rito abbreviato, dalla giudice Alessandra Sermarini, che aveva riconosciuto anche una prima liquidazione del danno alle vittime e alle loro famiglie che si erano costituite parti civile, per complessivi 129mila euro, mentre il resto da quantificarsi e liquidarsi in separata sede.

Non appena la Corte metterà nero su bianco le motivazioni del dispositivo, l’avvocato difensore Carlo Portaccio valuterà se ricorrere in Cassazione.

Il legale, proprio in virtù dell’atteggiamento processuale di Scala pronto ad ammettere gli addebiti, aveva chiesto il riconoscimento dell’attenuante della collaborazione e anche quello dell’infermità, quanto meno parziale, rispetto alla quale era stata prodotta documentazione psichiatrica.

Fondamentali alle indagini che nel febbraio del 2020 sfociarono nell’arresto in carcere dell’anziano, furono i messaggi e le foto trovate nel suo telefonino e in quello di alcuni adolescenti. Questi, dopo iniziali reticenze, messi alle strette proprio dinanzi al materiale informatico acquisito e analizzato dagli inquirenti, raccontarono delle condotte avute “dall’amico più grande”, detto “Nonnu ‘Ntoni”, anche alla presenza di più minori.

Furono cinque le vittime, individuate attraverso le indagini condotte dal pubblico ministero Stefania Mininni (titolare del fascicolo), che l’uomo avrebbe adescato, dal gennaio del 2018 al mese di aprile 2019, ricorrendo ad abili espedienti come quello di offrire uno spazio in cui giocare a carte, mangiare pizze e patatine e fumare sigarette, o con la promessa di far conoscere coetanee.

Scala fu condannato per la prima volta nel 1984, con sentenza definitiva, a quattro anni e sei mesi per la tentata estorsione compiuta ai danni dei genitori di Mauro Romano, il bambino di sei anni rapito nei pressi della casa dei nonni a Racale, il 21 giugno del 1977, ai quali chiese telefonicamente la consegna di 30 milioni delle vecchie lire per riavere vivo il proprio figlio.

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