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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Sì al risanamento Sanità, ma non a spese dei deboli"

Lettera aperta di realtà associative pugliesi alle istituzioni nazionali e regionali sul piano di rientro sanitario: si chiede la tutela del diritto alla salute, oltre le esigenze di bilancio

LECCE - Una lettera aperta al Presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, a quello per la Salute, Ferruccio Fazio, al salentino Raffaele Fitto, al governatore pugliese, Nichi Vendola, e al suo assessore, Tommaso Fiore, sul caso del piano di rientro sanitario pugliese. A firmarla, sono la comunità Emmanuel, la fondazione "don Tonino Bello", Auser Puglia, il gruppo di volontariato Vincenziano Puglia, la Fidas Puglia, l'Apis (Agenzia pugliese di intervento e studio sulle dipendenze patologiche), l'Agesci Lecce 3, l'associazione "Insieme per i disabili", "Luce e sorrisi", C.a.di.s. (Coordinamento associazioni disabili Salento), Consulta salute Csvs, "C.u.a.m.j." (Centro universo autistici meridionale jonico), "Sfera", "Tonga Soa".

Nel testo si rappresenta come sempre più drammatica la situazione dei cittadini pugliesi, che hanno bisogno di cure ed assistenza sanitaria, a causa dei drastici tagli di spesa pubblica connessi con il piano di rientro in ambito sanitario: "Sempre più spesso - si legge - i nostri concittadini chiedono aiuto alle organizzazioni di terzo settore lamentando l'impossibilità di sottoporsi a terapie, interventi e/o esami ed indagini indispensabili per la loro sopravvivenza. In tanti sono costretti a rinviare anche di un anno una cura che potrebbe salvare loro la vita. In troppi si rivolgono a noi angosciati perché non sanno se riusciranno a resistere".

I firmatari sostengono di comprendere bene le ragioni tecniche e politiche, che impongono di non sprecare risorse pubbliche, di razionalizzare le spese e tenere fede agli impegni internazionali assunti dal paese, così come c'è consapevolezza di una gestione sanitaria pugliese ancora con "problemi di coerenza e di efficacia" che "dilapidano risorse preziose". Note sono anche le condizioni della crisi odierna: "Tuttavia - precisano - siamo anche consapevoli che ogni azione di buon governo non può prescindere dal rispetto di quelle norme etiche e civili di base che rappresentano il fulcro su cui si costruisce e si regge uno Stato. Una comunità può progredire solo se è in grado di garantire la sopravvivenza dei propri membri: anche questa è una regola inderogabile con una sua logica molto stringente".

Per questo, i firmatari chiedono che il necessario risanamento economico e finanziario della sanità pugliese non venga costruito "sul sacrificio dei più deboli": "Siamo preoccupati - affermano - che la mancata approvazione del piano di rientro in tempi rapidi, possa comportare la perdita dello stanziamento di 500 milioni di euro a favore del servizio sanitario pugliese. Una simile eventualità comporterebbe la condanna a morte per molti nostri concittadini, soprattutto per chi a stento è riuscito a sopravvivere fino ad oggi a condizioni di povertà e di sofferenza".

Pertanto, i firmatari invitano i destinatari della lettera a fare "quanto necessario od utile per chiudere il più rapidamente l'accordo relativo al piano di rientro", in quanto "è a rischio soprattutto il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione": "Con questo appello - concludono - non vi chiediamo di dimostrarvi dei grandi statisti capaci di risolvere magistralmente problemi difficili e complessi, ma semplicemente delle persone dal cuore umano che sanno dedicare la dovuta attenzione ed il giusto rispetto per chi vive nel dolore e nell'indigenza".

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