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Cronaca

Si reca all’Anagrafe per cambiare residenza, la carta d'identità non è sua

Una 57enne dell’Uruguay, fermata al suo arrivo in Italia perché trovata con 3 chili di cocaina, si è impossessata di un documento scomparso dal Paese dell’America Latina nel 2006

LECCE – Trovata con un documento falso: arrestata dalla polizia Arijon Annabella Beatriz Carratu, una 57enne di Montevideo, in Uruguay. Nella mattinata di venerdì, gli agenti della sezione volanti sono intervenuti presso l’ufficio anagrafe del Comune di Lecce dove era stata segnalata una persona in possesso di un documento non suo.

La donna si sarebbe presentata per richiedere un cambio di residenza, esibendo una carta di identità rilasciata al comune di Lecce nel 2013 con il nominativo di una donna nata a Montevideo, in Uruguay. Ma in quell’ufficio era giunta una segnalazione da parte del Consolato italiano di in Uruguay secondo la quale l’utilizzatrice della carta di identità non corrispondeva alla vera titolare del documento tanto che, nel 2018, avevano provveduto a cancellarla dall’anagrafe comunale.

Uno degli agenti intervenuti ha richiesto alla diretta interessata le generalità, ma lei ha insistito sui dati  già presenti sulla carta di identità esibita poco prima alla responsabile dell’Ufficio anagrafe. A quel punto, è stata convocata negli uffici di viale Otranto, dove è stata smascherata. Vistasi scoperta, la donna straniera ha confessato di aver utilizzato le generalità false dal suo ingresso in Italia, risalente al 2007, giorno in cui, entrando in Italia da Malpensa era stata arrestata perché trovata in possesso di 3 chili di  cocaina.

La donna aveva affrontato anche le conseguenze giuridiche dell’arresto, non facendo mai menzione con nessuno di essersi appropriata di un’altra identità. Ma nel 2014, rientrata nel suo Paese di origine, aveva richiesto ed ottenuto, con la sua vera identità, un passaporto e la carta di identità, rilasciati entrambi dalle autorità, oltre a una tessera sanitaria, un passaporto italiano e una patente di guida, questi ultimi intestati all’altra donna uruguayana. Tutti i documenti sono stati poi ritrovati dai poliziotti durante la perquisizione in casa.

Da successivi accertamenti si appurava che il passaporto italiano intestato a S. R. era stato rubato e denunciato nel 2006,  in Uruguay. Dall’analisi del passaporto è emersa una correzione a penna della data di nascita con un timbro recante la scritta “Consolato d’Italia Montevideo”, inoltre, nelle pagine seguenti si notavano diversi visti di ingresso in vari stati del sud America. La donna, al termine degli accertamenti, è stata ristretta ai domiciliari per possesso e fabbricazione di documenti d’identificazione falsi,  falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, false dichiarazioni sulla identità e  ricettazione.

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