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Cronaca Galatina

Si rifà una vita, ma l’ex e i suoi amici la tormentano: inflitti 9 anni e mezzo

La malcapitata e il nuovo compagno sarebbero finiti nel mirino del gruppo capeggiato da un 67enne di Seclì, destinatario della condanna più alta, a quattro anni e due mesi di reclusione

GALATINA - Dopo la fine della relazione, a tormentare lei e il nuovo compagno, non sarebbe stato solo l’ex fidanzato, ma anche i suoi amici. Non ha dubbi il giudice Valeria Fedele sulla responsabilità del gruppo finito al banco degli imputati per stalking, pronunciando così il seguente verdetto: quattro anni e due mesi di reclusione per V. G., 67 anni, di Seclì; tre anni e quattro mesi per A. G. P., 43 anni, di Galatina; un anno di reclusione ciascuno (col beneficio della pena sospesa) per A. V., 73, di Nardò e S.R., 34, di Galatina.

La sentenza ha inoltre imposto un primo e immediato risarcimento del danno per ventimila euro (dieci a testa) alle due vittime (che erano parti civili nel processo con gli avvocati Tommaso Mandoi e Carmine Perrone), mentre la parte restante sarà quantificata e liquidata in separata sede.

Stando a quanto emerso a dibattimento, da settembre a novembre del 2013, il 67enne avrebbe reso la vita impossibile alla coppia, tanto che quest’ultima, anche temendo per l’incolumità dei propri cari, fu costretta a cambiare i numeri delle utenze telefoniche, e a trasferirsi in un nuovo domicilio.

“Ti avviso che hai il divieto di vederti con lei, altrimenti la tua famiglia pagherà per te. E’ un peccato che tuo padre debba pagare per le tue colpe”, questo l’invito che l’ex avrebbe rivolto al malcapitato che in una circostanza fu aggredito fisicamente perché “prima di frequentare le donne ti dovresti informare a chi appartengono”.  

Nel processo erano contestate, insieme allo stalking, anche le accuse di danneggiamenti, di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e dell’incendio delle autovetture dei malcapitati, avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 novembre del 2013. Per quest’ultimo episodio sono stati considerati responsabili solo V.G. e l’amico A.G.P.

La prima accusa, invece, è caduta perché rientra nella fattispecie di quella che è stata depenalizzata, mentre riguardo alla seconda il verdetto è stato assolutorio.

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Carlo Gervasi, Donato Sabetta, Roberto Stanislao e Antonio Paladini.

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