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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Simone, arrestato perché non stava bene

L'autopsia è arrivata in queste ore a Lecce dal Messico: nel suo sangue neanche una traccia di alcol o di altre sostanze. Quando è sceso dall'albergo stava male. Forse cercava aiuto

Simone stava già male. Il suo infarto era già in corso. Perché il referto autoptico, arrivato in queste ore, parla molto chiaro al riguardo. E conferma in modo clamoroso quanto già ufficiosamente si sapeva. Nel suo sangue non c'era neanche una traccia di alcool. Nulla. Nessun tipo di sostanza, di nessun genere. Pulito. Pulitissimo. Ma è stato arrestato comunque per ubriachezza molesta.

Perché? La mattina di giovedì 1 marzo il ragazzo non s'è svegliato per liberare la stanza e fare rientro in Italia da Playa del Carmen, 20 chilometri da Cancùn. E' sceso molto più tardi dell'ora pattuita. Ed era mezzo nudo, e in più come stordito, ha raccontato ai parenti giunti dal Messico il personale dell'albergo.

Quello che si sospetta fortemente, dunque, è che l'infarto sopraggiunto nel cuore del 34enne bancario leccese fosse già in corso e che fossero proprio le pulsazioni alterate a provocare lo stato di confusione. E quando è stato chiamato il pronto intervento, sul posto è arrivata la polizia turistica. Che l'ha portato via. Non era affatto ubriaco, Simone, anche se questa è l'accusa. Cercava solo aiuto, probabilmente. Ma invece di un ospedale, ha trovato una caserma. Nella quale vi è giunto alle 13,30 locali. La visita del personale medico è giunta appena 20 minuti dopo. Ed anche in questo caso, il referto parla chiaro: sospetto infarto cardiaco in corso, dicono le carte. Si consiglia il ricovero, dicono le carte. Si consiglia elettrocardiogramma, dicono le carte.

E invece, è finito in cella. Con un giudice locale che ha confermato l'arresto per 36 ore. E qui, l'altro colpo di scena. Il mistero più grande, più fitto: la porta della cella s'è aperta allo scoccare della 41esima ora di sabato, e non della 36esima. Ovvero: la cella di Simone dove essere aperta alle 3 di sabato notte. La cella si è aperta invece alle 8 di sabato. Simone è morto alle 7,50. Ci sono quindi 5 ore di buio fitto. Simone forse si sarebbe potuto ancora salvare, se non vi fosse stata quest'ennesima, assurda beffa di un dramma che nemmeno un giallista di professione avrebbe potuto immaginare.

Lo zio, il cugino e l'amico di famiglia che li ha seguiti arriveranno con la salma nella tarda serata di sabato, dopo un volo intercontinentale fra Cancùn e Madrid, seguito da un approdo a Brindisi.

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