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Cronaca

Diritti e pretese nella festa patronale: "Chiamo Paolo e ti trovi disoccupato"

Il responsabile provinciale del sindacato di polizia locale interviene sulla vicenda che ha visto protagoniste una donna disabile e una vigilessa

LECCE – Terminata la festa patronale e con essa le consuete polemiche per tutto ciò che riguarda la mobilità, il coordinatore provinciale del Sindacato unitario dei lavoratori di polizia locale, Antonio De Iaco, interviene sulla querelle che ha visto come protagoniste una donna diversamente abile e una vigilessa, appena assunta, che ha negato alla prima l’accesso nella zona chiusa al traffico impedendo quindi di partecipare ad un evento nel Teatro Romano.

Già il comandante, Donato Zacheo, ha preso pubblicamente posizione porgendo le scuse alla cittadina, ma invitando al contempo l’opinione pubblica a non cogliere l’occasione per attaccare il corpo di polizia locale attribuendo agli agenti la colpa di tutte le inefficienze della macchina amministrativa.

De Iaco va oltre, invitando chi legge a comprendere cosa significhi svolgere un servizio di chiusura: “Arriva di tutto, tutti hanno un'esigenza vitale e tutti continuano a raccontarti del fatto che loro devono passare. A volte si ha il tempo di ragionare e dilungarsi a spiegare e soprattutto più e più volte rispiegare, altre, quando anche per la loro presenza la viabilità si congestiona e l'intera area diventa un'assordante camera a gas, si è costretti a tagliar corto e, date le indicazioni, chiedere al conducente di turno di liberare la strada per far defluire i veicoli”.

Il sindacalista mette poi in evidenza un certo atteggiamento purtroppo non insolito: dopo il diniego all’accesso e le conseguenti informazioni per l’alternativa, agli agenti capita di sentirsi dire frasi del tipo “lei non sa chi sono io”, “domani faccio un casino sui giornali”, “chiamo Paolo (prima era l’Adriana”) e ti trovi disoccupato” (il riferimento è al sindaco Perrone e chi lo ha preceduto, Adriana Poli Bortone, ndr).

E ancora: “A volte sembra che l'utente perda la capacità di leggere la realtà della situazione contingente e, preso dal suo reale o presunto problema, spicciolo e singolo, perda logica e razionalità e magari chiama un'amica per farsi sostituire, chiama il giornalista per rendere pubblico il torto subito, ma non chiama le istituzioni al numero verde o di emergenza e non vada sul sito dell'ente per avere le risposte che cerca. Anni fa una signora disabile, proprio in quel posto, sventolando il proprio pass a mo’ di bandiera mi urlò: “Con questo se voglio salgo con l'auto anche sull'altare del Duomo!" .

De Iaco ricorda poi quali sono le finalità delle restrizioni al traffico: “Quel servizio è fatto per garantire serenità e sicurezza a chi nella festa passeggia, chiacchiera, si divaga, si rilassa o fa affari. Quest'anno più degli altri il problema della sicurezza era sentito. L'ordinanza era precisa: dalle 18 nessuno era autorizzato a passare. Che fosse per andare a casa, per scaricare i gelati o per ritirare un riconoscimento, da via XXV Luglio non si poteva transitare. Forse bisognerebbe ricordare che se le cose non accadono può essere anche perché qualcuno fa bene il suo lavoro e quindi o le impedisce o dissuade dal porle in essere. Si parla tanto di tenere l'attenzione alta per via dei tempi certamente non sereni ma quando questo comporta un piccolo sacrificio allora scatta la lesa maestà ed il rifiuto al transito diventa addirittura mancanza di rispetto per la disabilità. Ma stiamo scherzando?”

Il responsabile provinciale del Sulpl precisa infine di essere intervenuto “per esprimere la mia solidarietà alla collega e a tutti i colleghi che con impegno e serietà fanno, o comunque provano a fare, bene il proprio lavoro”.

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