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Cronaca Rudiae / Viale Oronzo Quarta

L'ultimo treno per il Salento? Ma la mobilitazione è parziale

Sit-in con sindacati, Pd e lavoratori a rischio a seguito del previsto taglio dei collegamenti. Perrone e Gabellone sostengono la protesta ma la mobilitazione bipartisan non c'è stata

LECCE - I colori delle bandiere di Ggil, Cisl e Uil, e del Pd, hanno fatto da scenografia al presidio promosso dai sindacati presso la stazione ferroviaria di Lecce contro i tagli ai convogli da e per il Salento previsti da Trenitalia a partire del prossimo 12 dicembre. La mobilitazione unitaria e bipartisan invocata con insistenza nei giorni scorsi non c'è stata, almeno non nei numeri. Di buon'ora sono passati il sindaco  di Lecce, Paolo Perrone, e il presidente della Provincia, Antonio Gabellone che hanno pubblicamente ribadito il loro sostegno alla protesta. Ma se questa è la capacità del territorio di esprimere una posizione unanime rispetto a quello che viene vissuto come un torto ed un danno - per i passaggeri, per i lavoratori dei servizi, per l'indotto - non meraviglia che ogni anno si ripresenti la questione, come l'anticipo amaro di un Natale sempre più austero. Divide et impera.

C'era mezzo gruppo consiliare dei democratici (Quarta, Colucci, Rotundo, Torricelli), oltre a Salvatore Capone, segretario provinciale, e alla vice presidente della Regione Puglia, Loredana Capone, candidata dal partito alle primarie del centrosinistra (22 gennaio). Insieme a loro gruppi di lavoratori che denunciano una "negazione in pillole del diritto al lavoro in un territorio già fortemente segnato dalla crisi occupazionale". L'appello distribuito dalle sigle sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, è rivolto principalmente a Nichi Vendola - e quale interlocutore migliore della sua vice: "Chiediamo un'energica reazione innanzitutto al presidente della Regione, oltre che da tutti i livelli istituzionali per impedire che il disegno di Ferrovie dello Stato produca effetti esiziali sul sistema del trasporto e della mobilità pugliese".

stazione 001-2Il segretario del Pd ha fatto il punto sui canali istituzionali battuti dal Pd per salvare il salvabile: "In Parlamento con l'interrogazione dell'onorevole Bellanova e l'impegno del senatore Maritati; in Regione, con la lettera della vicepresidente Loredana Capone all'amministratore delegato di Trenitalia e con l'impegno dell'assessore Minervini; si sono attivate le nostre rappresentanze in Provincia e nei consigli comunali, a partire da quello del capoluogo".

Loredana Capone, che si è intrattenuta a lungo con un gruppo di vagonisti a rischio licenziamento a causa del drastico ridimensionamento del traffico notturno, ha ribadito il contenuto della missiva indirizzata a Moretti: "Quello che chiediamo a Moretti e al nuovo ministro è una parità di trattamento affinché tutti i nostri studenti, lavoratori, pendolari e quelle famiglie che al treno non hanno alternative, possano godere dei medesimi diritti. Non solo, la soppressione dei treni significa anche soppressione dei servizi e, quindi, danno immediato per i lavoratori che vi operano come ad esempio i vagonisti che dal prossimo 11 dicembre saranno licenziati". 

 

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