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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Lavoro in cambio di denaro millantando conoscenze: slitta il verdetto

Una 45enne leccese, già finita sotto processo per una vicenda analoga, è accusata di aver ottenuto da due donne tra i 10 e i 15mila euro vantando confidenza con alcuni esponenti politici locali, in particolare Sergio Blasi e Sandro Frisullo

LECCE – E’ slittata al prossimo 9 aprile la sentenza del giudizio con rito abbreviato nei confronti di Maria Rosaria Taurino, 45enne leccese, accusata di millantato credito. L’udienza, prevista per oggi dinanzi al gup Giovanni Gallo, è stata rinviata per l’ascolto delle persone offese.

L’imputata avrebbe promesso, vantando crediti e conoscenze presso esponenti politici locali di rilievo, in particolare Sergio Blasi e Sandro Frisullo, posti di lavoro in cambio di denaro. Le vittime, due donne disoccupate in cerca di occupazione stabile, avrebbero versato cifre tra i 10mila e i 15mila euro per un impiego a tempo indeterminato presso la Asl di Lecce. Blasi si è già costituito parte civile.

La donna è già finita a processo per una vicenda analoga. In questo nuovo caso, curiosamente e singolarmente, le presunte vittime sarebbero proprio le sorelle di quella che sarebbe stata la sua complice Cosima Chiffi, 53 anni (entrambe furono arrestate e poi scarcerate successivamente nell’ambito dello stesso procedimento, per cui la 53enne ha poi patteggiato).

I legali della Taurino, gli avvocati Davide Pastore e Giuseppe Marasco, hanno evidenziato l’infondatezza delle accuse mosse alla loro cliente. I due penalisti confuteranno le dichiarazioni delle due sorelle e la loro tesi accusatoria. A dare avvio alle indagini del troncone principale della vicenda, nel dicembre del 2010, fu la denuncia presentata proprio da Sergio Blasi. Il politico salentino avrebbe appreso da un suo collega di partito delle voci messe in giro dalle due donne.

In realtà gli unici contatti tra Blasi e le due arrestate avrebbero avuto luogo in occasione della campagna elettorale per le elezioni regionali del 2010, quando l’allora segretario regionale del Pd fece visita proprio all'ospedale di Gagliano del Capo. Le indagini furono condotte dal nucleo di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Lecce. 

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