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Cronaca

Le attività di Tap approdano sulla spiaggia di San Basilio. Sonda fino a 30 metri

Recintata un'area del litorale. L'azienda garantisce il ripristino dei luoghi. Sul posto i militari della guardia costiera, tecnici comunali e polizia locale

LECCE – Le attività di indagine del sottosuolo per il gasdotto Tap “sbarcano” sulla spiaggia di San Basilio. Per la prima volta, e in maniera visibile, le operazioni preliminari a quelle vere e proprie di cantiere si materializzano sull’arenile che rappresenta, in tutta questa vicenda, una sorta di linea di confine tra le intenzioni e i fatti.

Ma il sindaco di Melendugno, strenuo oppositore del progetto , non appare allarmato: “Non mi scompongo più di tanto perché queste indagini dovevano essere fatte già due anni fa, prima delle autorizzazioni ministeriali.  Tra l’altro noi abbiamo dubbi che ci sia la consistenza tale da supportare un tunnel di cemento armato di tre metri”.

Dalle prime ore di questa mattina, dunque, sono in corso campionamenti con l’utilizzo di una sonda che arriverà fino a 30 metri di profondità, con un foro di 13 centimetri. L’area interessata, che è stata recintata, è di circa 40 metri quadrati. Durante la mattinata sul posto si sono recati agenti di polizia locale di Melendugno, personale dell'ufficio tecnico comunale e anche militari della guardia costiera per verificare la congruità delle attività in corso rispetto alla concessione demaniale ottenuta da Tap su quel tratto di spiaggia libera.

Le operazioni andranno avanti fino al 13 ottobre ma, assicura Tap, saranno sospese da venerdì a domenica.  L’azienda ha comunicato che al termine dei lavori, condotti con la supervisione di un archeologo, sarà ripristinato lo stato dei luoghi con il riempimento del foro con materiale inerte certificato e, in superficie, con sabbia.

Le foto dal sito interessato

Il primo cittadino di Melendugno rimarca da parte sua il ritardo e le inadempienze rispetto alla prescrizioni cui Tap avrebbe dovuto ottemperare già da tempo: “Non è mai stato fatto un progetto esecutivo e questa era una delle richieste del ministero dell’Ambiente da soddisfare ante operam per avere la certezza che quanto fosse scritto sarebbe stato effettivamente realizzabile”.

Già ad agosto l’amministrazione comunale e il comitato No Tap avevano espresso in conferenza stampa tutte le perplessità al riguardo: lo stesso ministero dell’Ambiente, nel mese di maggio, aveva rilevato la non pertinenza degli studi geologici presentati, perché riguardanti l’area di Punta Cassano, individuata come approdo del gasdotto nel 2012, e non quella di san Basilio dove questa mattina sono comparsi cartelli e recinzioni. Tra i due punti circa 500 metri di distanza.

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