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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Sono Ginetto, i 60 euro per il logo". Autore identificato, è sempre lo stesso uomo

E' stato riconosciuto e denunciato come autore del tentativo di truffa ai danni della panetteria "Forno di Nonno Felice" di Lecce, in via Leuca. Giovanni Luigi Pellegrino, 43enne originario di San Cesario di Lecce, già noto per numerosi casi analoghi, riconosciuto dalle immagini

LECCE – E’ stato riconosciuto e denunciato come autore del tentativo di truffa ai danni della panetteria “Forno di Nonno Felice” di Lecce, in via Leuca. La foto segnaletica di Giovanni Luigi Pellegrino, 43enne originario di San Cesario di Lecce, è stata mostrata dalla scientifica della questura di Lecce alle vittime. E sembra che non vi sia stato alcun dubbio. La denuncia è stata così notificata nelle scorse all’interessato, reduce peraltro da un recente patteggiamento per vicende analoghe.

 “Buonasera, sono qui per cambiare il logo dell’insegna, mi ha autorizzato il titolare”. Pressappoco in questo modo si era presentato nel tardo pomeriggio del 3 marzo scorso un uomo piuttosto alto, vestito con un giubbotto nero di pelle e con i capelli brizzolati.  “Mi dovrebbe dare un anticipo di 60 euro”, aveva detto a una commessa. Ma la donna non aveva abboccato, pensando bene di andare dritta alla fonte, cioè il titolare. Contattato, questi aveva riferito di non saperne nulla. Ma nel frattempo, l’uomo, che si era presentato come

“Ginetto” era già uscito. Sul posto era poi giunta una volante di polizia per i primi accertamenti. Fin dai primi momenti, per descrizione delle fattezze somatiche e “modus operandi” si era sospettato di Pellegrino, ma ovviamente nell’immediato ancora non c’erano conferme.

L’uomo è stato in passato autore di numerose truffe (diverse quelle consumate) ai danni di commercianti di Lecce e provincia. Nel 2013 polizia e carabinieri furono tempestati di segnalazioni di una persona che si presentava ora rappresentante di una ditta che vendeva cera, ora di un’associazione sportiva per una sponsorizzazione, ora con altri pretesti, sempre per spillare somme attorno al centinaio di euro. Dopo una serie infinita di denunce e persino una arresto, alla fine aveva preferito andare al patteggiamento.

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