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Cronaca

“Sono incinta”. Lei 14 anni appena, lui quasi 27. Da una lite nasce un’inchiesta

Un diverbio in centro, l'intervento delle volanti di polizia, poi la scoperta di una storia molto complessa, quasi surreale. Portati in Questura, lui ha dato in escandescenza, con minacce e violenze ed è stato anche arrestato. Accertamenti in corso delle Procure ordinaria e minorile

LECCE – “Lui è il mio fidanzato. Ci frequentiamo da circa sei mesi. Da due sono incinta. I miei non vogliono che stiamo insieme”. La sintesi è estrema, ma le parole, grossomodo, sono state queste, fra un singulto e una pausa, un’occhiataccia e la voglia di liberarsi da un peso enorme, gigantesco, insostenibile per quell’età. E i poliziotti devono aver sgranato gli occhi quando le hanno sentite.

Arrivati per quella che pensavano fosse la solita lite fra una coppietta, giusto un po’ più animata del solito (interventi di routine, per le volanti), qualche istante dopo si sono trovati immersi in una situazione che definire spinosa è quasi un eufemismo. Perché davanti avevano una ragazzina di 14 anni appena compiuti. Ma appena, è dir poco. Questione di un paio di mesi.

E lui? Lui, un giovane (ma potremmo dire un uomo, ormai) prossimo ai 27 anni, e per giunta con una sfilza di precedenti penali alle spalle. Alcuni anche piuttosto recenti. Se fossero confermate certe parole, la loro storia avrebbe avuto inizio quando lei, di anni, ne aveva appena 13.

E pensare che tutto è cominciato con una chiamata al 113 di cittadini preoccupati per una vistosa piazzata fra ragazzi in una zona del pieno centro di Lecce. La storia è finita nel peggiore dei modi, con un’indagine per atti sessuali con minore, ma anche con urla, aperte minacce di morte, parole dal suono e dal tono irripetibile verso gli agenti, fuori e dentro gli uffici della Questura. E quindi, con un inevitabile paio di manette strette ai polsi del 27enne, quando ci si è resi conto che non c’erano alternative. Direzione finale delle volanti: carcere di Borgo San Nicola. L'arresto è arrivato per lesioni, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Un poliziotto ha riportato una prognosi di sette giorni. 

La vicenda è di alcuni giorni addietro

La vicenda risale a qualche sera addietro. Ovvi motivi di cautela, soprattutto di tutela della ragazzina, obbligano a non approfondire dettagli che possano far emergere l’identità delle persone coinvolte, tantomeno altri particolari che, pure, potrebbero avere un certo peso in un eventuale (e più che probabile) processo a carico del 27enne, il quale risiede in un comune della provincia.

La sera in cui tutto è scoppiato e la storia è venuta a galla, in modo tanto dirompente quanto assolutamente casuale, i due stavano discutendo in malo modo nel cuore di Lecce, proprio per via del presunto stato interessante della 14enne e del fatto che i genitori di quest’ultima osteggiassero la loro relazione.

Intenzionata a telefonare al padre per farsi venire a prendere e andarsene, lui deve aver visto in questa decisione, così ferma e risoluta, un taglio netto alla loro relazione. Non ci stava, insomma. E i poliziotti, arrivati pensando in un primo momento di dover arbitrare una di quelle “contese” che finiscono di solito in querele o in un nulla di fatto, si sono trovati a dover procedere per altro, quando, portati entrambi in Questura, chiamati i genitori della ragazza e avvisati i magistrati della Procura ordinaria e minorile, hanno dovuto procedere verso il 27enne per il reato di atti sessuali su minore. Indagato in stato di libertà, in attesa di cristallizzare il tutto attraverso l’ascolto protetto della minorenne.

Dà in escandescenza e viene arrestato

Se già non fosse stata sufficiente una situazione così delicata, di mezzo ci si è messo anche il carattere del 27enne, non proprio incline ad accettare la situazione senza dire la sua. Uscito dagli uffici di polizia, intravisti i genitori della ragazza e avendo quindi capito che anche lei fosse ancora lì dentro, avrebbe iniziato a dare in escandescenza.

Minacce di piazzare bombe e di distruggere le auto in sosta davanti alla Questura con pietre raccolte da terra, fughe e ritorni improvvisi verso gli uffici con toni sempre più intimidatori verso i poliziotti. Un’escalation di rabbia irrefrenabile, un crescendo di violenza verbale – e non solo – davanti alla quale gli agenti sono stati costretti a intervenire in massa (letteralmente) per bloccarlo, mentre la ragazzina è esplosa in un pianto irrefrenabile. Colta da un tale stato di agitazione, che è stato necessario chiamare personale medico, visto anche il supposto stato di gravidanza.

Ci sono molti aspetti ancora da chiarire, in questa storia dai risvolti drammatici, che LeccePrima racconta in anteprima, dopo una lunga serie di verifiche. Di sicuro, emerge fin dalle prime battute un quadro di estremo disagio sociale, di frequentazioni sbagliate, di tappe bruciate, di senso di possesso torbido e malsano, di famiglie in seria difficoltà. E, a ben vedre, molto altro. In ogni caso, una storia che solo di primo acchito può sembrare un rigurgito del passato. È, invece, contemporanea, molto vicina. Come tante che non si riescono o non si vogliono vedere e che pure sono tutte intorno a noi. Non necessariamente in ambienti dedragati.

Per ora, su ordine della magistratura, la ragazza si trova in una comunità per minori. Tutto il resto è demandato alla lunga e delicata trafila degli accertamenti che verranno.     

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