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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Sospesa la didattica in Accademia di Belle Arti: misure precauzionali anche in Tribunale

Stop all'attività didattica fino al 28 febbraio. Non ci sono riscontri in relazione al Covid-19, è precisato da una nota del presidente dell'istituto di via Libertini. In Tribunale, se necessario, udienze a porte chiuse

LECCE - In via precauzionale l'Accademia di Belle Arti di Lecce ha sospeso le attività didattiche, gli esami e i ricevimenti da parte dei docenti fino al 28 febbraio.

La decisione è stata adottata, si dice nell'avviso firmato dal presidente, Luigi Puzzovio, in via meramente precauzionale dal momento che "al momento non sono stati riscontrati problemi" all'interno dell'accademia. L'istituto di istruzione artistica, che opera alle dirette dipendenze del ministero dell'Università e della Ricerca, vanta, come tutte le altre accademie di belle arti, un alto tasso di internazionalizzazione, con la presenza una settantina di studenti di origine cinese.

Il presidente dell'istituzione, raggiunto telefonicamente nel pomeriggio, ha così motivato il provvedimento: "Non è la provenienza geografica a essere stata determinante nell'adozione della misura, ma il quadro generale che sta maturando nel Paese: in via esclusivamente preventiva vogliamo evitare assembramenti in luoghi magari anche piccoli. Oggi, per esempio, ci sarebbe stato un esame con una settantina di studenti almeno". Puzzovio ha poi aggiunto che a fine settimana saranno fatte le opportune valutazioni per capire come comportarsi per il prosieguo delle attività.

Nei tribunali disposti avvisi e linee guida

b9157e66-f739-4932-930a-3f21f53b32ee-2In mattinata intanto sono state adottate misure cautelari anche presso il Palazzo di viale Michele De Pietro, dove ha sede la giustizia penale: un avviso invita "coloro che provengono da zone rosse per coronavirus (Lombardia e Veneto) a segnalare la propria presenza all'ufficiale giudiziario, di riferire se sono già stati già sottoposti a controlli sanitari e dove, e di mantenersi a distanza di sicurezza dalle persone".

Il presidente (facente funzioni) del Tribunale e della prima sezione penale Roberto Tanisi ha autorizzato i giudici a tenere udienze a porte chiuse, come dispone l'articolo 472 del Codice di procedura penale che prevede la deroga alla pubblicità delle udienze per "ragioni di igiene". E, così è stato per gran parte dei processi che si sono celebrati in mattinata nelle aule sul piano rialzato.

La scelta di chiudere le porte è stata molto contestata dai penalisti, perché ritenuta inadatta a contenere una eventuale diffusione del virus nel Palazzo, in ragione di una conseguente maggiore presenza di avvocati e utenti, in attesa, nei corridoi. A fare discutere è stato anche il volantino, affisso insieme agli avvisi, con l’elenco dei dieci comportamenti precauzionali, il primo dei quali è di lavare spesso le mani: sul piano rialzato dell’edificio, il bagno degli uomini e quello per i  diversamente abili sono sprovvisti di un erogatore di sapone e di carta per asciugarsi; in quello delle donne non c’è neppure un lavandino.

La disposizione è poi finita tra quelle contenute nel protocollo congiunto siglato dal procuratore generale Antonio Maruccia e dal presidente della Corte d’Appello Lanfranco Vetrone, all’esito della riunione che si è tenuta oggi con i capi degli uffici giudiziari, i dirigenti amministrativi e i rappresentanti del Foro e il medico competente. Il documento con le linee guida può essere visionato sul sito dell’Ordine degli avvocati.

Nel pomeriggio, alle 17, si riunirà in prefettura il Comitato per l'ordine e la sicurezza per definire, alla presenza di tutti i sindaci, il coordinamento istituzionale sulle eventuali misure da adottare per il contenimento della diffusione del Covid-19.

L'Ordine dei giornalisti: "Massima responsabilità"

Nella complessa e sempre in evoluzione vicenda relativa alla diffusione del Covid-19, è intervenuto con parole nette anche l'Ordine dei Giornalisti della Puglia: "Ci vuole massima responsabilità in queste ore e una scrupolosa attenzione nella pubblicazione delle notizie per evitare la diffusione di allarmi e psicosi ingiustificate. Mai come in queste ore è necessario evitare la ricerca di facili sensazionalismi che, oltre a comportare la violazione delle norme deontologiche, può configurarsi come ipotesi di reato. Casi eventuali di diffusione di notizie non corrispondenti a verità, anche via social, saranno segnalati al Consiglio di disciplina territoriale".

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