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Cronaca Via Salvatore Trinchese

Colpo con "spaccata": vetrata in frantumi, fuggono via con i gioielli

I ladri hanno usato una Fiat Uno rubata per infrangere la vetrata della nuova sede della gioielleria "Lavinia", entrando in azione verso le 4. Arraffato il possibile, sono fuggiti. Sul posto, la squadra mobile per le indagini

 

 

LECCE - Una Fiat Uno rubata da usare come ariete, la folle corsa, scavalcando il marciapiede, infilandosi nell'unico punto in cui mancano i divisori di ferro, dipinti di giallo, e la vetrina che crolla sotto la pressione. Il colpo con spaccata" è avvenuto poco prima dell'alba, nel pieno centro di Lecce, a due passi dalla villa comunale, all'angolo fra via Trinchese e via Cavallotti, la cerniera fra le due piazze principali della città, Mazzini e Sant'Oronzo.

Un manipolo di ladri pronti a tutto, cinque minuti dopo le 4 del mattino, ha innestato la marcia a tutta velocità, mandando in frantumi la vetrata della nuova sede della gioielleria "Lavinia". Nulla li ha fermati, neanche la consapevolezza che gli occhi elettronici delle videocamere di sorveglianza li stessero immortalando. Fatto singolare, questa volta non è stata impiegata la consueta tecnica dell'auto lanciata in retromarcia. Noncuranti neanche degli effetti che l'urto avrebbe potuto provocargli, i banditi si sono indirizzati di punta. Hanno quasi rischiato di restarci secchi, insomma. E questo lascia ipotizzare una temerarietà frutto di scarsa esperienza.

Tant’è. Entrati, hanno arraffato quanti più gioielli potessero dagli scaffali più vicini all'ingresso, evitando di attardarsi, ben sapendo che l'antifurto, di lì a poco, avrebbe fatto arrivare di gran carriera la vigilanza privata. Poi, sono scappati via, quasi sicuramente a bordo di un altro mezzo, pronto a caricarli a bordo con il bottino e condotto presumibilmente da un complice. In realtà, sembra che non siano riusciti a prendere molto, anche se in questo caso più della quantità conta la qualità e, quindi, il valore del bottino. I ladri, tre quelli immortalati dalle telecamere, hanno preso alcuni gioielli, diversi orologi, ma il grosso della merce era comunque ancora all'interno del negozio, quando sono arrivate le guardie giurate della Velialpol.

La gioielleria sorge in un palazzo ristrutturato da pochi mesi, e la stessa attività commerciale ha aperto i battenti poco prima del Natale scorso. La vetrata si affaccia su via Felice Cavallotti, arteria cittadina fra le più trafficate, che lambisce le poste centrali e circumnaviga la villa comunale. Ma nell'orario in cui i malviventi hanno agito, probabilmente non è passato nessuno. Tutta l'azione, d'altro canto, è durata una manciata di minuti, e i locali notturni della zona erano ormai chiusi da ore.

Un'auto come ariete, poi via con il malloppo

Sul posto, questa mattina, sono intervenuti gli agenti della squadra mobile, coordinati dal dirigente Michele Abenante, per le indagini, e personale della polizia scientifica per i rilievi. Il danno complessivo, comprensivo del furto, è in via di quantificazione. Il titolare dell'attività, Enrico De Carlo, è comunqe assicurato. L'auto, abbandonata sulla scena, è stata posta sotto sequestro e condotta nel deposito della polizia di Stato, sulla via per San Cesario.

Il proprietario, di Squinzano, contattato dalla polizia, ha saputo solo questa mattina che la Uno gli era stata sottratta. Il danno provocato dall’impatto è evidente nell’angolo anteriore destro del cofano. E questo può significare solo una cosa: i banditi hanno preso la rincorsa con la vecchia Fiat dalla parte opposta della via, all’altezza del negozio di abbigliamento “Zara”, attraversando di sbieco le strisce pedonali e arrivando di taglio contro la vetrata.  

Il fatto che il veicolo sia stato sottratto nel comune del nord Salento, lascia poi presupporre che i malviventi possano provenire dal brindisino. E' una delle piste battute in queste ore. Certo è che l'allarme destato dai continui raid criminali rischia di superare, ancora una volta, i livelli di guardia, nel Salento, al punto tale che sul posto, questa mattina, sono giunti per un sopralluogo il capo della Procura, Cataldo Motta, e il questore, Vincenzo Carella, anche per dare un segnale della presenza delle istituzioni sul territorio.

 

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