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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Monteroni di Lecce

Sparato alla testa, un colpo solo: misterioso omicidio

Il corpo di Lucio Vetrugno, 55enne di Monteroni, è stato trovato questa mattina nelle campagne. Solo in serata il medico legale ha dissipato i dubbi: è stato assassinato. Le indagini ai carabinieri

MONTERONI - E' stato un omicidio. Solo in serata si sono dissolti i dubbi. Solo dopo la seconda ispezione sul cadavere, eseguita dal medico legale, nell'obitorio dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, è venuta fuori quella verità che cambia in modo radicale il quadro della vicenda, inserendola in un contesto cupo, che sembra quasi rimandare a momenti molto bui della stagione di fuoco della Scu. Lucio Vetrugno, 55enne, di Monteroni di Lecce, precedenti guai con la giustizia ed un collegamento con lo storico clan Tornese, di cui era stato ritenuto in passato, dagli inquirenti, uno degli uomini di fiducia, è stato brutalmente assassinato. Un colpo sparato mentre si trovava di spalle. A bruciapelo. Un colpo solo. Da qualcuno che forse conosceva.

Quando questa mattina alcuni operai hanno trovato l'uomo riverso per terra, nei pressi di una masseria di proprietà della famiglia, a nessuno è parso chiaro fin da subito, in maniera inequivocabile, che potesse essere stato sparato. Neanche agli occhi più esperti degli inquirenti, che di lì a poco avrebbero letteralmente invaso la zona. Salvo trovare, quasi accanto a quel corpo, steso nella polvere, accanto alla sua Audi, un bossolo calibro 7.65. Eppure, sangue non n'è stato versato molto e fra collo e scapola, solo un taglio, una ferita di circa 4-5 centimetri, un po' scomposta. Troppo poco per pensare che potesse essera la causa diretta del decesso. Erano circa le 8,30 del mattino e nell'aria, la dolcezza della campagna salentina, turbata dal suono di mille sirene.

Sono arrivati in molti, sul posto, perché la morte di Vetrugno, anche quando ancora non si era del tutto certi che potesse essere stata violenta, ha acceso da subito una spia nella testa degli investigatori. Il 55enne era uscito dal carcere nel 2007. Ed è facile ipotizzare che gli sguardi delle forze dell'ordine non si fossero mai staccati definitivamente da lui. Tenuto d'occhio. A distanza. I primi a raggiungere quella che ora si può definire con certezza la scena del crimine sono stati i carabinieri della tenenza di Copertino, competenti per zona. Poi, sono arrivati i militari del nucleo investigativo di Lecce, comandati dal capitano Biagio Marro (ai quali sono affidate le indagini), gli agenti della squadra mobile della questura, i militari della guardia di finanza. Questi ultimi, con il nucleo cinofili, per una battuta nella zona, in cerca di possibili indizi. Ed hanno fatto l'ingresso sulla scena anche i militari dei Ros, i reparti operativi speciali dell'Arma. La Direzione distrettuale antimafia sta infatti seguendo le evoluzioni del caso da molto vicino. Specie ora, assunta la certezza che si tratti di un assassinio.

L'omicidio è avvenuto in un'ora al momento non definita proprio nei pressi della masseria dei Vetrugno, non lontano dalla strada di raccordo fra la provinciale Monteroni-Porto Cesareo ed il comune di Copertino, in contrada "Pinco Centonze". Una zona piuttosto isolata. E forse sarebbe trascorso molto più tempo, per il ritrovamento del cadavere, se nelle vicinanze non vi fosse un cantiere e quindi un certo viavai di persone. Operai, soprattutto. Alberto Tortorella, il medico legale, durante la prima ispezione sul corpo, ha rilevato in un primo momento solo la presenza di quel taglio fra il collo e la scapola. In prossimità della quale, solo in un secondo tempo s'è scoperto il foro d'entrata del proiettile. Non sarebbe la prima volta che avviene una circostanza simile. Il taglio, dunque, sarebbe la conseguenza di una caduta all'indietro e dell'urto del corpo con qualcosa di solido, forse una marmitta. Diverso il materiale ritrovato sul posto. Così come diversi sono i macchinari presenti, proprio per i lavori. Questa mattina, davanti alla masseria, si sono recati anche i pubblici ministeri Guglielmo Cataldi e Antonio De Donno. L'autopsia che si terrà venerdì chiarirà eventuali altri dubbi. Per gli investigatori leccesi, è invece già iniziato da subito il difficile compito di dare un volto all'assassino e trovare il movente.

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