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Cronaca Specchia

Abuso d'ufficio: confermata in appello la condanna per l'ex sindaco Lia

Per due volte l'ex primo cittadino avrebbe sottratto al dirigente dell'ufficio tecnico il compito di decidere sulla modifica di una porta-finestra con un provvedimento di sospensione con effetto immediato del permesso di costruire rilasciato dall'ufficio in conformità agli strumenti urbanistici

LECCE – Confermata anche in secondo grado la condanna a nove mesi di reclusione (pena sospesa) per l’ex onorevole e sindaco di Specchia (fino al novembre del 2008) Antonio Lia. I giudici della Corte d’Appello ha dunque rinsaldato l’accusa di abuso di ufficio: per due volte l’ex primo cittadino avrebbe sottratto al dirigente dell'ufficio tecnico il compito di decidere sulla modifica di una finestra in una porta-finestra.

L’imputato avrebbe ostacolato in ogni modo la parte offesa. Lo avrebbe fatto con un provvedimento di sospensione (datato 5 dicembre del 2006) con effetto immediato del permesso di costruire rilasciato dall'ufficio in conformità agli strumenti urbanistici. Beneficiario del provvedimento un cittadino che voleva creare da una finestra una porta finestra con balcone sul prospetto della sua abitazione del centro storico.

Lia in seguito fece un passo indietro perché il 16 febbraio del 2007 autorizzò quei lavori ma da eseguire in base alle modifiche apportate al progetto dal tecnico di fiducia del richiedente ma all'insaputa di quest'ultimo allo scopo di trovare un compromesso con l'amministrazione comunale.

Un passo indietro di Lia che comportò, comunque, una seconda violazione della normativa sulla competenza dei lavori edili.

Tutto questo nonostante il progetto originario fosse stato approvato da tre tecnici dell'ufficio e dai colleghi progettisti del piano particolareggiato del centro storico. Sulla vicenda si era espresso anche il Tar, che aveva confermato la regolarità del progetto.

A dare avvio all’inchiesta fu la denuncia dell’uomo che si era visto negare l'autorizzazione a realizzare la porta-finestra e che si è poi costituito parte civile con l'avvocato Anna Laura Remigi. Nei suoi confronti i giudici hanno confermato un risarcimento da stabilire in sede civile.

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