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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Specchia

Sonia, la scomparsa resta un mistero. Bindella assolto anche in Cassazione

Nel novembre del 2006 della ragazza di Specchia, che studiava a Perugia, si persero le tracce. Per tre volte le accuse di omicidio verso lo stesso uomo non hanno retto davanti ai giudici. E ora la sentenza è definitiva

PERUGIA – Ricorso respinto in Cassazione, dopo il precedente pronunciamento della Corte d’assise d’appello di Perugia di fine giugno 2019. E diviene così definitiva la sentenza di assoluzione per Umberto Bindella, ex agente forestale di Marsciano (comune in provincia di Perugia), accusato di omicidio e occultamento di cadavere nel caso di Sonia Marra, studentessa di Specchia, scomparsa il 16 novembre del 2006. In Umbria la ragazza salentina si era trasferita per motivi di studio. Qui, si è anche letteralmente volatilizzata nel nulla. Il suo destino resta tragicamente ignoto. E così, la vicenda di Sonia Marra entra di diritto nel limbo oscuro dei cold case.  

Le accuse nei confronti di Bindella, difeso dagli avvocati Silvia Egidi e Daniela Paccoi, non hanno mai retto, sostanzialmente, in alcun grado di giudizio. Come ricorda PerugiaToday, la sua era divenuta la figura principale sotto i riflettori, dopo che gli investigatori avevano battuto precedenti piste. Il processo primo grado era iniziato il 7 luglio del 2011 e il 26 ottobre del 2017 l’uomo era stato assolto. Quell’assoluzione era stata impugnata dalla Procura, ma anche in appello tutto si era risolto in un nulla di fatto. Da qui, il ricorso in Cassazione, che però ha confermato ieri l’assoluzione.

Sonia Marra a Perugia frequentava l'Università e viveva da sola in un appartamento della zona dell'Elce, vicino al centro. Voleva diventare tecnico di laboratorio biomedico, ma frequentava anche la scuola di Teologia di Montemorcino. Qui, secondo le carte dell’inchiesta, avrebbe conosciuto Bindella, impiegato, che avrebbe agito uccidendola e nascondendone il corpo perché non pronto ad assumersi la responsabilità di una gravidanza. Ma la ricostruzione non ha mai trovato il conforto di una sentenza favorevole.

“Dopo quattordici anni e quattro mesi di questo dramma devastante, la famiglia ha appreso che, secondo una sentenza oramai definitiva, Sonia è stata uccisa 'il 16 novembre 2006 tra le 16,20 e le 19,00', ed il suo corpo 'è stato occultato in maniera così abile da resistere al trascorrere del tempo'”, si legge in una nota diramata dal difensore della famiglia, l'avvocato Alessandro Vesi. “A questo dato sconvolgente, si somma la statuizione, che l’omicidio di Sonia Marra non appare frutto di un dolo omicidiario d’impeto, ma più verosimilmente di un dolo di premeditazione, prodotto di una mente criminale raffinata che aveva programmato, con anticipo, luogo e modalità del delitto e dell’occultamento del cadavere”.

Sonia Marra è stata “uccisa da uno spietato assassino attualmente in libertà, circostanza questa che dovrebbe far riflettere anche l’intera collettività”, prosegue la nota. “I familiari di Sonia non hanno nemmeno un corpo ed una tomba su cui piangere e chiedono risposte a legittime domande che attendono da ormai troppi anni, su cosa sia accaduto il 16 novembre del 2006 e su dove sia stato occultato il cadavere. È loro ferma intenzione lottare e impegnarsi fino all’ultimo affinché sia fatta luce sull’omicidio di una figlia e di una sorella certi che le istituzioni faranno la loro parte per cercare, pur a distanza di tempo, i resti di una studentessa di 25 anni, arrivata a Perugia per studiare”.

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