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Cronaca Gallipoli

Spranghe e coltelli per una bancarella. Cinque arresti

Gallipoli: maxi-rissa in via Udine tra ambulanti napoletani e cinesi. Calci, pugni e persino mazze ed un coltello. La polizia s'è fatta largo in mezzo ad una ventina di persone con intenti bellicosi

Sprangate e pugni in faccia, colpi di karate e mazzate di strada. Due "scuole di pensiero" a confronto, ma non per motivi di scambio culturale. Qui, gli scambi, sono stati infatti di ben altro tipo. Una rissa senza esclusione di colpi, dove ad un certo punto è spuntato fuori anche l'immancabile coltello delle grandi occasioni. E' successo ieri a Gallipoli, nel primo giorno delle festività per Santa Cristina, che si chiuderanno domani, venerdì 25 luglio. Prima del botto dei fuochi, le botte in strada, nella centrale via Udine. Strada non lontana da corso Roma e che sorge alle spalle dell'istituto "Leonardo da Vinci", dove da alcuni anni l'amministrazione comunale ha smistato tutte le bancarelle di abbigliamento e accessori. Ed è stata proprio la ricerca di un posto d'elite dove posizionare il proprio punto di rivendita all'origine dello scontro fra le due fazioni: una composta dai cinesi Shudi Lin, 50enne e Zhicai Mei, di 47 anni; l'altra da tre giovani campani: Davide Carbone, 21enne di Terzigno, Antonio Cepparulo, 32enne di San Giuseppe Vesuviano, e Angelo Auriemma, 18enne, anch'egli di San Giuseppe Vesuviano.

La rissa, come riferiscono gli agenti di polizia del commissariato di Gallipoli, che hanno faticato non poco a riportare la situazione alla normalità, si è scatenata dunque in seguito alla contesa tra gli ambulanti per un posto dove poter collocare le bancarelle per la vendita della merce. Una discussione presto degenerata, tanto da coinvolgere diverse persone, che si sono affrontate senza esclusione di colpi: invece di preghiere a Santa Cristina, sono volati calci e pugni, e ad un certo punto sono spuntate anche spranghe, tubi di metallo ed un coltello. Più persone che hanno assistito alla scena hanno chiamato il 113, ma d'altro canto in mezzo alle vie cittadine c'erano anche diversi poliziotti in borghese, secondo il piano di prevenzione predisposto dal commissariato locale, e questo ha permesso un immediato intervento, prima che la situazione diventasse a dir poco drammatica.

Le volanti della polizia si sono trovate così nel bel mezzo della rissa. Una rissa in piena evoluzione, perché mentre i cinque se le suonavano, un'altra ventina di persone si stavano accalcando intorno alla scena, pronte probabilmente ad entrare a far parte del quadretto gettandosi nella mischia. Non senza difficoltà, i poliziotti alle fine sono riusciti a bloccare gli ambulanti, tutti malconci, sudati e pieni di lividi e sangue, identificando successivamente gli altri presenti. I cinque hanno così fatto ingresso prima di tutto nell'ospedale di Gallipoli, accompagnati dagli uomini in divisa, dove sono stati medicati. Le prognosi variano dai cinque ai dieci giorni. Poi, nel carcere di Lecce, dove sono stati accompagnati per essere ascoltati dal pubblico ministero di turno, Maria Cristina Rizzo. Ad un primo interrogatorio da parte degli uomini del commissariato, i due gruppi si sono accusati a vicenda di aver scatenato la zuffa.

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