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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Squinzano / Via Lecce

Rientra in permesso, ferito al piede in un agguato a colpi di Kalashnikov

In ospedale, in codice giallo, Roberto Napoletano, noto principalmente per l'operazione della Dda “Vortice-Déjà Vu”. Il grave episodio questa sera a Squinzano, in un'area di servizio. In auto c'era la famiglia

SQUINZANO – Un agguato in puro stile mafioso. Lo dice l’arma presumibilmente usata, un fucile automatico Kalashnikov. Se poi l’intenzione fosse “solo” quella di lanciare un roboante messaggio o sul serio uccidere Roberto Napoletano, si stabilirà forse nel corso delle indagini, anche sulla base dei rilievi balistici dei carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche di Lecce. Di sicuro, il ritorno dell’uomo, oggi 36enne, a Squinzano, non è passato inosservato. E a qualcuno non è nemmeno piaciuto. Al punto da volergli lanciare un monito a suon di piombo. Di quelli che non si dimenticano.

Rientrato da poco in paese godendo di un permesso (attualmente si trova in una struttura terapeutica fuori regione), Napoletano è conosciuto alle cronache soprattutto – ma non solo – per la nota operazione della Dda di Lecce “Vortice-Déjà Vu” che negli anni scorsi ha posto la lente d’ingrandimento su una zona da sempre molto calda del Salento, quell’area a nord di Lecce, quasi al confine con la provincia di Brindisi, in cui irriducibili della prima ora e nuove leve maturate nel tempo avrebbero portato avanti una variegata costellazione di affari, dai traffici di stupefacenti, fino alle estorsioni e all’usura.

I rilievi sul luogo dell'agguato

Napoletano mancava da diverso tempo, in zona. Ma il suo è uno di quei volti che non si scordano. Specie per chi deve avere qualche conto in sospeso. Di che genere, al momento, non si sa, anche perché gli investigatori sono (ovviamente) molto abbottonati. Sta di fatto che questa sera è stato vittima di una vera e propria imboscata. Le cui modalità lasciano immaginare che i suoi attentatori lo stessero seguendo nel tragitto. E che abbiano reputato quello stop per fare rifornimento alla stazione di servizio Ip di via Lecce il momento giusto per premere il grilletto.

La famiglia in auto

Napoletano non era nemmeno da solo, questa sera. In auto c’erano moglie e figlie. E non doveva sospettare di nulla, se si è accostato alla colonnina del self-service, ha imbucato i soldi e ha iniziato a fare rifornimento. È stato proprio in quei momenti, mentre reggeva la pistola dell’erogatore, che alcuni soggetti hanno messo in atto il raid. E la loro pistola – o meglio, mitragliatrice –,  non conteneva benzina, ma proiettili veri. Così, via con la raffica improvvisa, partita dal lato del passeggero. Una sventagliata indirizzata a Napoletano che però ha avuto la prontezza di riflessi di raggomitolarsi e ripararsi in qualche modo. Evitando forse anche conseguenze peggiori, visto che, nonostante il numero di colpi esplosi, solo uno è andato a segno, peraltro in un piede. Il proiettile è rimasto comunque conficcato.   

Video | Il sopralluogo

Nessun altro è rimasto ferito. E per fortuna, visto che – come detto – in auto c’erano anche moglie e figlie dell’uomo. Ma ora per i carabinieri della Compagnia di Campi Salentina, che ha giurisdizione sul territorio, e del Nucleo investigativo di Lecce, si apre una fase delicata. In cui occorrerà fare luce sull’accaduto con celerità. Eventuali immagini di videocamere potrebbero aiutare a ricostruire meglio la dinamica. E magari a definire l’identikit dei latori del messaggio. Secondo indiscrezioni, un paio di soggetti a volto scoperto.    

Sul posto, oltre ai militari per le indagini, sono intervenuti gli operatori del 118. Napoletano è stato condotto in ospedale, al “Vito Fazzi” di Lecce, in codice giallo. 

Coinvolto in diversi traffici

Per comprendere la caratura del personaggio, bisogna tratteggiarne a grandi linee il profilo. Nel luglio del 2018, nel processo d’appello per l’operazione “Vortice-Déjà Vu”, gli furono inflitti dodici anni, con uno sconto di pena di quattro rispetto al primo grado. Ma in realtà, e nonostante la giovane età, il suo nome è legato a molte altre inchieste, specie per droga. E a gennaio del 2018, il fratello Angelo, domiciliato a Torchiarolo, comune in provincia di Brindisi limitrofo a Squinzano (e coinvolto a sua volta nella stessa operazione “Vortice-Déjà Vu”), subì un’intimidazione a colpi di pistola sul balcone di casa.

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