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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Pestaggi e sevizie per un debito, riviste le condanne in appello per tre

La vicenda risale al 2014, vittime due fratelli marocchini. Per le lesioni aggravate subentra la prescrizione. Un paio di assoluzioni per rapina. Scendono le pene per i coinvolti

LECCE – In prima battuta erano stati arrestati in quattro, per uno di loro (Giovanni Tramacere, oggi 47enne, di Campi Salentina) era però stata disposta l’archiviazione, dopo che la posizione era stata stralciata. In tre erano così rimasti a rispondere di quell’episodio piuttosto sconcertante, almeno per come emerso durante le fasi dell’esecuzione degli ordini di carcerazione, avvenuti nell’ottobre del 2014. E a ognuno di loro era stata inflitta una condanna a sette anni e mezzo in primo grado.

Ora, nel processo d’appello, la pena è stata rideterminata, per tutti, al ribasso. Per Paolo Guadadiello, 44enne di Squinzano, cinque anni e 2mila euro di reclusione, per Walter Tramacere (fratello di Giovanni), 44enne di Campi Salentina, quattro anni e tre mesi e 2mila euro di multa, per Alessandro Perrone, 31enne di Campi Salentina, cinque anni e tre mesi e 3mila euro di multa.

Ma quale la storia che li vedeva al centro, in un’operazione significativamente ribattezzata “Pulp Fiction”?.

Tutto avrebbe ruotato attorno a un debito di 5mila euro. Soldi che due fratelli marocchini, all’epoca uno 29enne e l’altro 30enne, stavano racimolando per tornare nel Paese d’origine, in modo da visitare la famiglia. 

La vicenda risale al primo pomeriggio del 29 giugno del 2014. Quel giorno, il 29enne sarebbe stato prelevato direttamente da casa, con l’intimazione di rintracciare il fratello maggiore. Non avendo avuto esito positivo la telefonata fatta sul momento, il 29enne aveva spiegato agli investigatori della squadra mobile – che avevano svolto le indagini – di essere stato portato a bordo di una monovolume in una masseria di proprietà dei suoceri di Guadadiello (la stessa dove l’uomo era stato successivamente arrestato) e lì pestato prima di essere condotto nei pressi del cimitero di Squinzano. Qui, la seconda aggressione.

Le violenze e le minacce, brandendo anche un martello, sarebbero poi proseguite in un’altra abitazione. Al malcapitato sarebbero stati inflitti tagli alla mano e al braccio destro con un coltello munito di lama di 20 centimetri. E come se non bastasse, le ferite cosparse di sale e alcool con il deliberato intento di aumentare esponenzialmente il dolore.

Tale sarebbe stato il sangue versato gli sarebbe stata data una maglietta pulita. Poi, via, alla ricerca dell’altro fratello, rintracciato infine in un bar di Trepuzzi e picchiato selvaggiamente e fino allo sfinimento in una campagna nelle vicinanze di Casalabate. Alle due vittime sarebbe stato imposto il pagamento non solo del debito pregresso, ma anche di una somma di pari importo come “ristoro” di una “domenica sprecata”. E come pegno la banda si sarebbe impossessata dell’Alfa 147 dei due fratelli. 

Le pene sono state riviste per il reato di lesioni aggravate, nei confronti di Paolo Guadadiello,  Walter Tramacere e Alessandro Perrone, poiché intervenuta la prescrizione, per cui è stato sentenziato il non luogo a procedere. Paolo Guadadiello e Walter Tramacere stati invece assolti, per non aver commesso il fatto, circa il reato di rapina aggravata. Le motivazioni saranno rese note entro novanta giorni.

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Giuseppe Presicce, Andrea Capone e Ladislao Massari.

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