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Cronaca Squinzano

Tentato duplice omicidio di Marino e Greco, chiesta la condanna per tre

Il pm Giuseppe Capoccia ha invocato 16 anni di reclusione per Salvatore Milito, 16 e mezzo per Michele Intermite e 4 anni per Patrik Colavitto. I fatti avvennero l'8 settembre del 2012. Le indagini furono svolte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce. Una pistola si inceppò, fu usato un coltello

LECCE – Sono tre le richieste di condanna formulate dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia nel corso del giudizio con rito abbreviato per il duplice tentato omicidio di Luca Greco e Marino Manca, avvenuto nel pomeriggio dell'8 settembre del 2012.

Sedici anni di reclusione la richiesta della pubblica accusa per Salvatore Milito; per Michele Intermite 16 anni e mezzo; e 4 anni per Patrik Colavitto. La sentenza potrebbe essere pronunciata già nella prossima udienza che si terrà l’8 aprile, al termine delle arringhe difensive. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Cosimo Rampino, Giovanni Valentini, Ladislao Massari, Angelo Casa e Davide De Santis.

Quel pomeriggio, stando alla ricostruzione dei carabinieri e alle dichiarazioni dello stesso Greco, Milito, insieme a Intermite, si sarebbe presentato a casa della vittima per l’acquisto di una moto. Greco, avrebbe poi contatto Manca, per chiedergli le chiavi. Al suo arrivo, però, la situazione avrebbe assunto una piega inattesa. Milito avrebbe estratto una pistola, cercando di colpire Manca, ma invano, perché l'arma si sarebbe inceppata, permettendo a questi di fuggire. Più sfortunato sarebbe stato Greco, intrappolato in casa e impossibilitato a fuggire: l’arrestato lo avrebbe prima colpito con il calcio della pistola e poi con un coltello, ferendolo gravemente.

Salvatore Milito-3-2-2Durante i rilievi i carabinieri hanno individuato la via di fuga degli aggressori, che dopo aver sfondato la recinzione metallica, hanno lasciato sul terreno tracce di un pneumatico e frammenti della carenatura di una moto di colore blu, come quella di Milito (una Kawasaki Ninja) che, come nella migliore tradizione poliziesca, sarebbe tornato sul luogo del delitto. Un carabiniere, però, avrebbe notato la sua presenza. Ad incastrare Intermite, nel corso delle indagini, i tabulati telefonici e le celle agganciate nella zona del capoluogo salentino (nei giorni dell'agguato) che hanno fatto il paio, contemporaneamente, con la presenza di Salvatore Milito nella zona del tarantino.

Michele-Intermite1-254x300-2Elementi che hanno avvalorato la ricostruzione relativa alla fuga dei due verso la città di Taranto, nelle ore immediatamente successive alla consumazione dell’agguato. In particolare, i riscontri hanno evidenziato una frequenza maggiore di comunicazioni tra i due a partire dalle 22,40 del giorno precedente all'accaduto, fino a poche ore prima del tentato duplice omicidio. L’utenza utilizzata da Intermite è tornata ad agganciare le celle ubicate a Taranto solo nella tarda serata dell'8 settembre, quindi poche ore dopo l’agguato.

PATRIK COLAVITTO 1980-3-2-2Patrik Colavitto, 32enne di Brindisi, è invece accusato di favoreggiamento aggravato dalle finalità mafiose per aver dato ospitalità, in un’abitazione in contrada Montenegro (alle porte di Brindisi), a Salvatore Milito, 40enne di Squinzano, quando era ricercato per il duplice tentato omicidio. Il 32enne, assistito dall'avvocato Ladislao Massari ha spiegato di aver incontrato Milito in stazione a Brindisi e di aver semplicemente dato ospitalità a un amico, senza sapere che fosse ricercato.

Gli arresti operati dai carabinieri del Nucleo investigativo, guidati dal capitano Biagio Marro, sono stati dei passaggi importanti nelle indagini, per stabilire dinamiche e movente del duplice tentato omicidio, in un giudizio abbreviato che sembra avvalorare la tempestività e l’efficacia del lavoro svolto dall’Arma.

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