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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ricattò una donna, torna in libertà ma con divieto di avvicinamento

Un 43enne di Torchiarolo era ai domiciliari già da prima della condanna a cinque anni. La vicenda fu denunciata a Squinzano e la pena inflitta superiore alla richiesta della pubblica accusa

SQUINZANO – Può lasciare i domiciliari e tornare libero l’uomo di 43 anni di Torchiarolo, comune in provincia di Brindisi, condannato nel dicembre del 2021 a cinque anni per le condotte vessatorie nei riguardi di una donna, che avrebbe subito intimidazioni e richieste di somme di denaro date in prestito e in buona parte già restituite. Dopo essersi appellato al Tribunale del riesame, il 43enne, difeso dall’avvocato Fabrizio Tommasi, ha ottenuto la sostituzione della misura cautelare, che prevede ora il divieto di avvicinamento alla vittima e alla sua abitazione. Dovrà restare distante non meno di 200 metri.

L’uomo era finito in arresto (e poi era stato condannato in primo grado), al culmine delle indagini svolte dai carabinieri di Squinzano, dove l’ex amica denunciò i fatti. Stando alle accuse, sarebbe stata molestata e minacciata di morte, con telefonate e centinaia di messaggi su Whatsapp e Telegram, con le quali l’uomo pretendeva di ricevere la somma di 2mila euro di cui sarebbe stato ancora creditore. Nelle intimidazioni sarebbero stati coinvolti anche la figlia e il marito, al quale sarebbero stati riferiti presunti tradimenti. Insomma, pur di raggiungere il proprio intento, le avrebbe reso la vita impossibile, tanto da arrivare a investirla con l’auto e a lasciarle sul parabrezza della vettura un preservativo e una lettera.

Al termine delle indagini, il 42enne fu raggiunto da un decreto di giudizio immediato per i reati di stalking e tentata estorsione. La giudice Francesca Mariano lo aveva condannato a una pena persino superiore a quella richiesta dalla sostituta procuratrice Giorgia Villa, che aveva invocato tre anni e mezzo. La sentenza aveva anche riconosciuto anche un immediato risarcimento del danno per 25mila euro alla malcapitata che si era costituita parte civile con l’avvocato Antonio Dell’Atti, con il resto da quantificare e liquidare in separata sede.

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