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Cronaca

Sindacato di polizia sul post partita: “Agenti non possono stare fuori dallo stadio”

Il Silp Cgil reagisce alle dichiarazioni di prefetto e questore in merito ai gravi scontri: "La legge prevede che le forze dell'ordine siano fuori dagli stadi, non la Lega. Abbigliamento non consono al servizio". Solidarietà ai feriti

LECCE - Le segreterie di Lecce e Brindisi del sindacato di Polizia della Cgil, intervengono con una riflessione sui fatti accaduti in conclusione alla partita di calcio Lecce-Carpi del 17 giugno.

“Negli ultimi due giorni abbiamo letto e ascoltato, con piacere, le dichiarazioni rese dal prefetto e dal questore di Lecce in merito al processo di smilitarizzazione degli stadi e sul fatto che negli stadi non è previsto l’impiego delle forze dell’ordine in modo strutturato. In campo e sugli spalti adesso vengono impiegati anche in modo massiccio gli steward – scrivono i sindacalisti - .Poi abbiamo letto con meno piacere che le forze dell’ordine erano schierate fuori dallo stadio su disposizione della Lega”.

Il Silp Cgil intende mettere un po’ di ordine su queste dichiarazioni: “Per quanto attiene alla presenza delle forze dell’ordine in occasione delle manifestazioni sportive, in particolare per gli incontri di calcio, questa è regolamentata per legge. Da anni la nostra organizzazione sindacale lo dice e lo scrive in tutte le salse, in provincia di Lecce, inascoltata”. 

L’ultima lettera al questore sull’argomento è dell’ 11 giugno, ed il sindacato ne riporta solo alcuni stralci: “ Non riusciamo a capire per quale motivo la polizia di Stato debba eseguire il filtraggio all’interno dei tornelli di accesso uno a uno come disposto nell’ultima partita interna della stessa Unione sportiva Lecce contro la Virtus Entella. Riteniamo che il servizio delle forze di polizia debba svolgersi prevalentemente all’esterno dello stadio e dell’area di prefiltraggio. Che le responsabilità, gli oneri e i costi di quanto accade dentro l’area di prefiltraggio e dello stadio, compresi oggetti e striscioni introdotti, sia, per legge, in capo alle società che l’evento organizzano e non alla collettività.”

“Improvvisamente per la partita con il Carpi diventa tutto scontato ma, solo pochi giorni prima non lo era – spiega il sindacato -. Fino a pochi mesi addietro, anche in occasione dei corsi di aggiornamento professionale per i dipendenti della questura, l’interpretazione della legge sulle manifestazioni sportive, per taluni funzionari della questura di Lecce, era ben diversa da quella data da questore e prefetto sugli organi di stampa in questi giorni”.

Silp Cgil precisa che le forze dell’ordine, devono rimanere fuori dagli stadi perché lo prevede la legge e non perché lo “dispone” la Lega. Poi entra nel merito dei fatti: “Intanto cerchiamo di sottrarci al gioco del noi lo avevamo detto, non serve, anche noi non vogliamo fare dietrologia ma è un dato di fatto che negli ultimi anni i problemi nella gestione dei servizi in occasione degli incontri di calcio siano stai frequenti tutte le volte che gli incontri potevano essere a rischio, sin dal famoso incontro Lecce-Bari del maggio 2008, con vari lanci di bombe carta all’interno dello stadio. Già allora aggressione ai colleghi fuori dallo stadio, autovetture di servizio distrutte, assenza di steward sulla curva sud”.

“Domenica non è avvenuto con gli steward, che invece si pagano a parte, eppure a qualcuno la situazione qualcosa doveva suggerire – precisano i sindacalisti -. Abbiamo sentito dire ai ragazzi della sicurezza che non avevano mai visto nulla del genere, ebbene, purtroppo, qualcuno simili eventi li ha già vissuti, sembra strano che non si sia trovato il modo per operare come sembrava normale fare”.

“Per fortuna ci siamo ritrovati a celebrare ragazzi pieni di coraggio che, facendo scudo con il loro corpo, hanno impedito conseguenze più gravi ma, a nostro avviso, si doveva prevenire l’invasione, si poteva fare, e si doveva evitare che quelle poche persone si trovassero in quelle rischiosissime condizioni – aggiungono -. Abbiamo anche letto, salvo rettifica, che era stato chiesto un numero maggiore di steward per l’occasione, crediamo che sarebbe stato opportuno prevederlo poiché la legge indica solo il numero minimo da impiegare in rapporto agli spettatori. Purtroppo però, si sa, quando i costi ricadono su enti e associazioni invece che sulla collettività si tende a risparmiare per aumentare i ricavi”.

“In quest’occasione, come in altre, si tende a risparmiare sulla pelle delle persone: steward e agenti – prosegue la nota -. Discorso a parte meritano gli incidenti all’esterno, niente di nuovo come già detto, che hanno avuto pesanti conseguenze sugli uomini e sui mezzi delle forze dell’ordine. Da tempo abbiamo segnalato, anche in sede ministeriale, che non si può continuare a pensare di impiegare nei servizi il personale con lo stesso abbigliamento con cui si riceve il pubblico in ufficio”.

“In particolare a Lecce, proprio per un’applicazione distorta delle norme vigenti, negli ultimi anni spesso è capitato che gli uomini di rinforzo, appartenenti a reparti specializzati, rimanessero come previsto all’esterno dello stadio mentre gli operatori della territoriale eseguivano il filtraggio dei tifosi all’interno, con un improponibile fardello di caschi, sfollagente e altro che ne impediva anche i movimenti più elementari, sotto la supervisione degli steward”

“I fatti di domenica, con nove feriti tra le forze dell’ordine, cui va la nostra solidarietà, e la violenza assurda sul fotoreporter Ivan Tortorella. – conclude il sindacato -. Continuiamo ad avere forti perplessità sull’opportunità di lasciare i mezzi di polizia fuori dal recinto dello stadio mentre all’interno c’è di tutto, e, ripetiamo, non si possono mandare le donne e gli uomini delle forze dell’ordine ogni santo giorno a rischiare di prendere pietre e altri oggetti contundenti in maniche di camicia e con i mocassini del dipartimento della pubblica sicurezza”. 

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