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Cronaca

Stalking alla ex, un anno e 4 mesi all’agente di polizia penitenziaria

Il 48enne, arrestato lo scorso settembre, ha patteggiato, con il beneficio della pena sospesa. La sentenza è stata emessa nelle scorse settimane dal giudice Cinzia Vergine

LECCE - Si è chiusa con un patteggiamento la vicenda giudiziaria che vedeva sott’accusa per stalking un agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Lecce. E’ di un anno e quattro mesi di reclusione la pena contenuta nella sentenza emessa, nelle scorse settimane, dal giudice Cinzia Vergine nei riguardi dell’imputato, un 48enne originario di un comune della Grecia salentina (di cui omettiamo le generalità per tutelare la famiglia) e nella quale è stato accordato anche il beneficio della pena sospesa. Il percorso di sostegno psicologico intrapreso dall’uomo ha pesato nell’accoglimento dell’istanza, presentata dall’avvocato difensore Diego Cisternino, discussa in remoto su piattaforma Teams per ragioni di sicurezza legate all’emergenza Covid-19.

L’agente fu arrestato il 28 settembre scorso con l’accusa di aver reso un inferno la vita della ex moglie sin dal momento della separazione, nel 2014, e dopo aver trascorso quattro mesi ai domiciliari, riuscì ad ottenere dal Tribunale del Riesame (presieduto dal giudice Carlo Cazzella) un alleggerimento della misura in quella del divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa.

Gli episodi oggetto delle indagini, che hanno riguardato il biennio 2017, 2018, erano caratterizzati da appostamenti, pedinamenti e insulti al telefono e per strada e minacce di morte nei riguardi della donna come questa: “ Se ti vedo con qualcun altro ti faccio fuori, sei una persona senza dignità, qualche volta ti tiro un pugno in bocca e ti faccio cadere tutti i denti, prima o poi te le faccio pagare tutte”.

La signora era preoccupata soprattutto dal fatto che l’ex, essendo un agente, avesse la pistola d’ordinanza (arma che fu sequestrata al momento dell'arresto su disposizione del giudice Giovanni Gallo) e fu costretta a modificare le proprie abitudini di vita come quella di acquistare una nuova auto per non essere più inseguita. Era assistita dall’avvocato Francesco Vergine.

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