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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Lei denuncia: "Minacciata anche con una pistola". Indagato per stalking si difende

La storia arriva da un comune dell'hinterland di Maglie. Una donna ha presentato ben cinque denunce a carico dell'ex marito, 45enne. Minacce, ingiurie, aggressioni, appostamenti si sarebbero susseguiti nel tempo. L'uomo, interrogato, ha replicato esibendo una settantina di sms dell'ex consorte

LECCE – Accusato di stalking e destinatario di un’ordinanza di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla famiglia, lui, l’interessato, si difende e, interrogato dal gip Antonia Martalò del tribunale di Lecce, ha fatto depositare in sua difesa una settantina di sms che avrebbe ricevuto dall’ex moglie. Il tentativo è di dimostrare l’infondatezza delle accuse e, dunque, l’illegittimità del dispositivo che limita la sua libertà. E questa mattina, il suo difensore, l’avvocato Sergio Santese, ha presentato ricorso a giudici del riesame.

Insomma, quello che una donna presenta come una persecuzione vera e propria a suo danno, con svariate denunce depositate in caserma, davanti ai carabinieri e la testimonianza di varie persone, fra cui il fratello, l’indagato cerca ora di smontare.

Protagonista della vicenda, un 45enne di un comune dell’hinterland magliese, che da sabato scorso non può avvicinarsi nel raggio di 150 metri all’abitazione nella quale un tempo viveva, occupata da ex consorte e figlia. Pena la possibilità, nei casi ritenuti più gravi, persino di subire un arresto.

La coppia s’è separata consensualmente da qualche tempo, ma, secondo la donna, il 45enne avrebbe iniziato ben presto a manifestare risentimento, con tanto di minacce e ingiurie. Ben cinque le querele presentate all’autorità giudiziaria, dal 15 settembre del 2012 fino al 22 maggio (quindi, appena una settimana addietro) tanto che il pubblico ministero Giuseppe Capoccia ha richiesto e ottenuto dal gip l’ordinanza cautelare.

La donna, che coabita con la figlia minore, nelle segnalazioni alla Procura, ha evidenziando l’esistenza di un clima crescente di terrore, che sarebbe iniziato con alcune pretese, come quella di ottenere indietro determinati elettrodomestici presenti in casa, per poi proseguire con atteggiamenti sempre più espliciti: dagli sms, frequenti e dal tenore cupo e sinistro, fino alle scampanellate in piena notte. In più occasioni, sempre stando a quanto dichiarato dalla presunta vittima, l’ex marito avrebbe minato anche la serenità della figlia minore. In un caso, avrebbe minacciando di suicidarsi se non fosse stato riaccolto in casa, arrivando persino ad accusare la donna di esercitare la prostituzione.

Durante una festa di compleanno della figlia, celebrato in casa di parenti, il 45enne si sarebbe poi presentato con intenzioni bellicose, afferrando una bicicletta e minacciando di scagliarla addosso alla donna, arrivando quindi a strattonarla, fino a lacerarle il maglione che aveva indosso, e a offendere i presenti. L’invio di messaggi sul telefonino sarebbe proseguito nelle settimane successive, e a questi avrebbe fatto seguito anche un’aggressione vera e propria: la donna ha raccontato agli inquirenti di essere stata afferrata per il collo. A suo indirizzo, sarebbero state espresse chiare intimidazioni di morte, qualora lui avesse trovato in casa qualche estraneo.

Un’escalation vera e propria, insomma, che sarebbe proseguita persino con un’intrusione notturna nell’abitazione, da una finestra, con tanto di fuga di madre e figlia verso la villetta di parenti, nelle vicinanze, e, dulcis in fundo, la presunta affermazione del 45enne di detenere una pistola, di cui avrebbe fatto udire chiaramente il rumore di scartellamento. Quest’ultimo episodio, è stato tale da suscitare un “grave e perdurante stato d’ansia” di madre e figlia. Ed è stata anche la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché in seguito è scattato il divieto ordinato dal gip di avvicinarsi all’abitazione famigliare.

Il giudice Antonia Martalò, infatti, ha ritenuto fondate e sincere le denunce presentate dalla donna, anche alla luce delle testimonianza raccolte da terzi, della visione del contenuto degli sms che sarebbero stati inviati dall’uomo e del fatto che, in tutta apparenza, non vi sarebbero dietro a tutto interessi di natura economica o di altro tipo, tali da far balenare l’idea, anche lontana, di un possibile ricatto, con  dichiarazioni false. E tuttavia, nell’ordinanza il gip ha anche espresso necessità di eseguire una “seppur iniziale valutazione della credibilità e attendibilità della querelante”, ascoltando la versione del 45enne. Il quale s’è difeso strenuamente. Ora la palla passa ai giudici del tribunale del riesame, che dovranno confermare o annullare l’ordinanza, sulla base delle memorie depositate dall’indagato.         

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