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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Strage, il giorno dei testimoni. Vantaggiato non si presenta in aula

Azzurra Camarda, la migliore amica di Melissa Bassi, ha ricordato i terribili istanti prima dell'esplosione. Un'altra studentessa, Selena Greco, non crede ai problemi di salute dell'imputato: "La sua è tutta una finzione"

BRINDISI – E’ stato il giorno dei testimoni, oggi, nel corso della terza udienza del processo per la strage della scuola “Morvillo-Falcone” di Brindisi. Uno dei momenti di massima commozione, perché nell’aula della Corte d'assise del capoluogo messapico, al cospetto del procuratore Cataldo Motta e del sostituto della Dda di Lecce, Guglielmo Cataldi, si sono presentate anche alcune delle vittime del terrificante attentato in cui la mattina del 19 maggio del 2012, a soli 16 anni, morì Melissa Bassi, studentessa di Mesagne.  

Se le compagne e amiche di Melissa, rimaste ferite, alcune in maniera molto grave, hanno raccontato la loro testimonianza da protagoniste involontarie di un giorno di sangue e follia, non hanno però potuto guardare negli occhi l’imputato. Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore 69enne di Copertino, che di quell’attentato è reo confesso, non s’è presentato in aula, secondo quanto preannunciato dal suo difensore, l’avvocato Franco Orlando, per via di cattive condizioni di salute.

Una ventina su sessantanove totali citati dalla pubblica accusa, sono stati i testimoni presenti oggi in aula. Toccante il momento in cui ha preso parola Azzurra Camarda, che di Melissa era la migliore amica. Come riportato dall’agenzia Ansa, di fronte alla corte, la ragazza ha dichiarato: “Melissa era accanto a me, pensavo a un incidente o a un sogno, ero a terra, piena di sangue. Poi mi hanno detto che c’era stata una bomba. Da quel momento non ricordo più nulla”.

Il pm Cataldi, in particolare, le ha richiesto una ricostruzione dei momenti che hanno preceduto l’esplosione dell’ordigno fabbricato da Vantaggiato. “Ero insieme a Melissa e Selena (Selena Greco, un’altra delle vittime, Ndr), è stata l'ultima volta che l'ho vista”, ha spiegato. “Melissa era alla mia destra”.

Per lei ha avuto una domanda anche l’avvocato Raffaele Missere, che difende l’imprenditore Cosimo Parato di Torre Santa Susanna. Questi fu colpito il 28 febbraio del 2008 da una bomba telecomandata a distanza (proprio come nel caso di Brindisi) collocata sulla sua bicicletta. A causa dell’esplosione, rimase gravemente ferito. Secondo la tesi dell’accusa, Vantaggiato avrebbe tentato di ucciderlo per vendicarsi di una presunta truffa ai suoi danni, nonostante un procedimento penale all’epoca appena avviato ed un esito, successivamente, persino favorevole allo stesso copertinese.

All’avvocato Missere, Azzurra Camarda, sempre come riportato dall’Ansa, ha riferito di aver notato, due settimane prima della strage, un uomo seduto su una panchina, nei pressi della scuola: “Lo abbiamo visto prima di entrare in classe. Era da solo e leggeva il giornale”.  

Prima dell’avvio dell’udienza, la già citata Selena Greco, studentessa rimasta a sua volta ferita, ha rilasciato una dichiarazione che l’agenzia di stampa ha raccolto e che riguarda proprio l’assenza di Vantaggiato in aula. “Noi ci saremo sempre, fino alla fine, anche se lui non ci sarà”, ha detto la ragazza. “Sappiamo che la sua è tutta una finzione”.

vantaggiato-2-14Il riferimento è chiaro: sono gli stessi procuratori della Dda di Lecce a ritenere che Vantaggiato stia tentando di costruire un profilo tale da apparire incapace d’intendere e di volere, e che gli stessi problemi di salute possano essere in qualche modo “favoriti” da un prolungato digiuno. A tale proposito, nelle scorse udienze sono state citate anche intercettazioni ambientali in carcere, durante i colloqui dell’imputato con la famiglia, in cui si sarebbe fatto riferimento preciso a questa tattica da adottare.  

Una delle testimonianze più attese era quella di Gianluca Altavilla, un brindisino che, intorno all'1,40 della notte che precedette l’attentato, passò davanti alla scuola. Il testimone ha riferito oggi di aver visto un uomo con i capelli brizzolati, alto circa un metro e settanta, che frugava in un cassonetto. “Aveva un vestito scuro – ha dichiarato davanti agli inquirenti -, giacca e pantalone, non sembrava un barbone”. Il figlio della titolare del chiosco dei panini che sorge di fronte alla scuola, Teodoro Simmini, ha poi confermato che, durante la notte, nei pressi dei cancelli dell'istituto, non era stato posto alcun recipiente. Il chiosco, come si ricorderà, è uno dei luoghi nodali dell’inchiesta. E’ lì, secondo gli inquirenti, che Vantaggiato si sarebbe nascosto, prima di premere il tasto che avrebbe innescato l’esplosione. Le telecamere del sistema di videosorveglianza ne immortalarono la sagoma e quel fotogramma fece, praticamente, il giro d’Italia.

L’ultimo testimone il cui ascolto era previsto per oggi era Francesco Calavita, un collaboratore scolastico della Morvillo-Falcone. L’uomo, alle domande del procuratore Motta, ha spiegato di aver “aperto il cassonetto” e di aver visto “una bombola bianca senza fili”. Ed ha aggiunto: “C'era una busta nera per la spazzatura”. L’uomo, circa dieci minuti prima dell’attentato, aveva sollevato il coperchio del contenitore blu per la raccolta differenziata posizionato davanti all'ingresso dell'istituto, dov’era stato posto l’ordigno. Il cassonetto sarebbe stato portato in loco da Vantaggiato. Dentro c’erano le tre bombole riempite con polvere esplodente, fatte poi saltare a distanza.  

Calavita è stato l’unico testimone che il difensore dell’imprenditore copertinese ha voluto controinterrogare. Ed ha risposto: “Quando ho sentito l'esplosione ho subito pensato al bidone. Poi sono sceso, ed era disintegrato”.  La prossima udienza è stata fissata per lunedì prossimo, 4 di febbraio.

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