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Cronaca

Strage sulla strada statale 379, Procura invoca condanna per l'autista del tir

Quattro anni e mezzo per Francesco De Sario, accusato di aver provocato il gravissimo incidente stradale in cui morirono cinque persone

LECCE – La Procura di Brindisi ha chiesto una condanna quattro anni e mezzo di reclusione per Francesco De Sario, il 57enne originario di Terlizzi accusato di aver provocato il gravissimo incidente stradale in cui il 12 dicembre 2015 persero la vita cinque persone. L’imputato, giudicato con il rito abbreviato, è accusato di omicidio plurimo aggravato. La sentenza del gup del Tribunale di Brindisi, Paola Liaci, è fissata per il 2 marzo. Oggi hanno discusso i due legali dell’imputato, e i legali di parte civile, gli avvocati Viola Messa, Francesco Muscatello e Francesco Gentile.

L’uomo era alla guida di un Tir con cisterna che si ribaltò nel tratto compreso tra gli svincoli per Torre Canne e Torre Spaccata. Per le auto che transitavano in quel momento fu come precipitare in un incubo, con l'autoarticolato che volò nella corsia opposta a quella in cui viaggiava dopo aver urtato alcune parti della barriera Jersey e invaso la carreggiata opposta. Nella drammatica carambola rimasero coinvolte tre auto: un’Opel Corsa, una Zafira e una Toyota. Ad avere la peggio fu l’Opel Zafira, su cui viaggiava una famiglia leccese di cinque persone, parenti del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Casili. L’auto rimase schiacciata tra il rimorchio e la barriera in cemento. A perdere la vita furono quattro degli occupanti della monovolume: Vito Muscatello, 71 anni di Tuglie, la moglie Rosetta Minerba (suoceri del politico originario di Nardò), Viola la nipotina di soli cinque anni (per la figlia di Casili inutile si rivelò la corsa disperata verso l'ospedale di Ostuni)  e una donna anziana. La quinta vittima fu il conducente della Toyota, Leonardo Orlandino 21enne di Fasano, portiere della formazione calcistica Real Paradiso Brindisi, che viaggiava sulla corsia opposta a quella del Tir.

Secondo l’ipotesi accusatoria il 57enne “per colpa consistita in imprudenza, imperizia e negligenza” e con “guida distratta per l’uso del cellulare e in condizioni di affaticamento, essendosi posto alla guida del mezzo sin dalle ore 5 e avendo già effettuato trasporti analoghi per 380 chilometri circa” si accorse “in ritardo dell’autovettura che lo precedeva nel suo stesso senso di marcia” e non “rispettò l’idonea distanza di sicurezza dal veicolo”. Secondo quanto ricostruito dalle indagini e dal lavoro dei consulenti, “effettuò una veloce sterzata a sinistra nel tentativo di sorpassarlo e subito dopo, per evitare di collidere contro il new-jersey, controsterzò a destra, ma a causa dell’elevata velocità, pari a circa 85-90 chilometri orari, superiore al massimo imposto di 70 chilometri orari, e comunque non adeguata al carico del veicolo (che trasportava olio) perse il controllo del mezzo”.

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