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Cronaca

Straordinari non pagati: ministero deve risarcire gli agenti penitenziari pugliesi

Il ricorso riguarda 170 lavoratori nelle carceri di Puglia, presentato dal sindacato Sappe nel lontano 1999. Il dicastero dell'Economia dovrà risarcire con 900mila euro. La sentenza è stata emessa della Corte d'Appello di Perugia

PERUGIA – Quasi 900mila euro. Questa la somma che il ministero dell’Economia dovrà sborsare, a titolo di risarcimento, a centosettanta agenti di polizia penitenziaria delle carceri di Puglia. Per l’esattezza, 5mila e 250 euro a testa. La sentenza è stata emessa dalla Corte d’Appello di Perugia il 1° dicembre 2012 e depositata il 16 gennaio 2013.

La vicenda è nata da un ricorso presentato dai lavoratori penitenziari pugliesi presso il Tar di Roma nel lontano 1999, per vedersi riconosciuti diritti riguardanti il lavoro straordinario svolto e non conteggiato tra le indennità percepite. Il procedimento è stato definito con sentenza del 19 dicembre del 2008, a oltre nove anni dalla richiesta avanzata dai lavoratori.

La Corte d’Appello di Perugia ha dunque stabilito la sussistenza della violazione dell’articolo 6 della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, per cui l’Italia ha introdotto nel marzo del 2001 una norma a tutela del cittadino, la cosiddetta legge Pinto(89/2001).

Il ricorso è stato presentato per conto del Sindacato autonomo polizia penitenziaria dallo studio legale Putignano di Bari. “Ancora una volta lo stato italiano viene condannato, poiché non riesce ad assicurare la tutela giurisdizionale in tempi ragionevoli è  ciò deriva dal malfunzionamento  del sistema processuale  nel suo complesso, da intendersi come incapacità di apprestare un organizzazione giudiziaria adeguata”. Così ha commentato la sentenza il segretario nazionale del Sappe, Federico Pilagatti.

“Ormai - spiega il sindacalista - siamo arrivato ad un punto di non ritorno ed è necessario che la politica affronti tale problematica in maniera seria ed organica  il più presto possibile,  altrimenti i danni ormai ingenti al tessuto  ed alla credibilità nazionale  diverranno irreparabili. E’ inaccettabile - conclude Pilagatti - che i cittadini così oberati dalle tasse, debbano pagare due volte le inefficienze di una burocrazia e di un sistema  che non ha paragoni in nessun Paese al mondo”.

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