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Cronaca

Stupro di gruppo di una parente, l’accusa non regge in Appello: assolti

Una famiglia era stata condannata a circa 36 anni di reclusione. Ma, in secondo grado, solo uno degli imputati è stato riconosciuto responsabile di un episodio di violenza sessuale nei riguardi della nipote

LECCE - Non solo offese e minacce, sia di morte che di ritorsioni nei riguardi del figlio minorenne, ma anche stupri, di gruppo e individuali, da parte di alcuni componenti della sua famiglia.

Raccontò questo il processo che si concluse il 5 maggio del 2021, davanti alla prima sezione penale del tribunale di Lecce (presieduta dal giudice Fabrizio Malagnino), con condanne per quasi 36 anni di reclusione.

Ma ieri sera, la sentenza è stata ribaltata, non solo perché per alcuni reati è intervenuta la prescrizione, ma anche perché davanti alla Corte d’appello non hanno retto le accuse più gravi legate alle violenze sessuali denunciate dalla malcapitata.

Solo uno degli imputati, zio della presunta vittima, un 55enne residente in un comune del Nord Salento, è stato ritenuto responsabile di un episodio di abusi (oltretutto nell’ipotesi più “lieve”), ottenendo così una pena di gran lunga inferiore a quella ricevuta in primo grado: da 16 anni, nove mesi e 15 giorni, a tre anni e mezzo, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni anziché perpetua.

Quest’ultimo è stato assolto perché il “fatto non sussiste”, così come il figlio di 27 anni e un altro cugino della donna, di 36 (che avevano rimediato nel “primo” processo più di 9 anni di reclusione) dalla violenza di gruppo. In particolare, stando all’inchiesta, il 22 dicembre del 2014, la donna sarebbe stata portata dai tre uomini in campagna che a turno l’avrebbero costretta a subire atti sessuali, con l’obiettivo di farle ritirare le denunce sporte nei loro riguardi.

Quattro giorni dopo, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, la malcapitata sarebbe stata violentata in casa dal cugino 27enne che utilizzando un bicchiere rotto le avrebbe provocato tagli in diverse parti del corpo. Ma il giovane è stato assolto (con la stessa formula) anche per questo episodio.

Per le donne, le due zie e la fidanzata di uno dei cugini, accusate a vario titolo di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, stalking e minacce, è stato dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro novanta giorni.

A difendere gli imputati, ci hanno pensato gli avvocati Francesca Conte, Federica Conte, Marco Pezzuto e Daniele Scala.

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