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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Castrignano del Capo

Struttura ricettiva colonia Scarciglia, tutti assolti

Nessuna condanna per il processo nato dai presunti abusi edilizi nella realizzazione di una struttura ricettiva che doveva sorgere sulle ceneri dell'ex colonia a Leuca. Oggi l'archiviazione del gup

LECCE - Nessuna condanna per il processo nato dai presunti abusi edilizi nella realizzazione di una struttura ricettiva che doveva sorgere sulle ceneri dell'ex colonia Scarciglia, nella zona di Capo Meliso a Santa Maria di Leuca. Dopo le assoluzioni piene del 16 marzo scorso per coloro i quali avevano scelto di affrontare il dibattimento, questa mattina la vicenda si è definitivamente archiviata con la conclusione del giudizio abbreviato che si è celebrato davanti al gup Annalisa De Benedictis. Il giudice, assecondando la richiesta del pubblico ministero Antonio De Donno, ha disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per Fabrizio Quarta e Pietro Intini, rispettivamente amministratore delegato della Apuliae spa e legale rappresentante della ditta esecutrice dei lavori.

La Procura contestava loro il reato di abusivismo edilizio per aver realizzato un albergo di lusso con annesso centro benessere in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, grazie ad un permesso a costruire che si presumeva essere stato rilasciato in violazione di norme urbanistiche. I carabinieri di Castrignano del Capo posero sotto sequestro la struttura il 14 marzo del 2005, e trascorsi quattro anni il reato non è più punibile. Assoluzione piena invece, cioè perché il fatto non sussiste, per i tre funzionari provinciali e sempre per Fabrizio Quarta, che rispondevano di abuso d'ufficio, e cioè Antonio Lepore, 53enne di Lecce, Franco Petrelli, 67enne di Arnesano e Mario Manna, 46enne anche lui leccese.

Per loro è caduta l'accusa di abuso d'ufficio per la quale il pubblico ministero aveva invocato una pena di nove mesi di reclusione, ritenendoli responsabili, rispettivamente nelle qualità di Presidente e componenti della commissione giudicatrice della gara d'appalto dei lavori, di aver fatto perdere la proprietà del bene passato dalla Provincia al patrimonio dell'agenzia del Demanio dello stato in virtù di un contratto,e di aver fatto vincere la gara alla ditta Apuliae di Quarta, che all'epoca era anche presidente pro tempore del collegio dei revisori contabili. A difendere gli imputati gli avvocati Federico Massa, Anna Grazia Maraschio, Antonella Corvaglia e Francesco Cantobelli.

Duro Fabrizio Quarta: "Inermi di fronte ad esercizio di potere"

La vicenda giudiziaria dell'ex colonia Scarciglia si è definitivamente chiusa e tutte le persone coinvolte nell'inchiesta ne sono uscite pulite. Ma la tempesta mediatica che si scatenò all'epoca e l'interminabile iter giudiziario (dal sequestro della struttura ad oggi sono passati più di quattro anni) non sono scesi giù al professor Fabrizio Quarta, amministratore delegato della ditta Apuliae spa che vinse l'appalto per l'esecuzione dei lavori, che adesso ha deciso di raccontare la sua verità. Il professor Quarta rimarca il fatto che a finire sul registro degli indagati del pubblico ministero Marco D'Agostino furono in 32, mentre alle battute finali del processo ci sono arrivati solo in dieci.

Accusati a vario titolo di abusivismo edilizio perché, secondo la Procura, avrebbero realizzato un albergo di lusso in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico: ma già una perizia del consulente tecnico del pubblico ministero esclude tutte le fattispecie di reato contestate. Dopo una lunga attività di indagine fatta di perizie, consulenze, per arrivare finalmente al dissequestro della struttura, si è arrivati a due pronunce di assoluzione piena a carico degli imputati.

"Abbiamo assistito inermi all'esercizio di potere da parte di un pm in cerca d'autore - asserisce il professor Quarta - che non ricercava i colpevoli, già individuati, ma, a qualsiasi costo, uno o più reati da attribuirgli. Quantomeno singolare è la cronologia con la quale si sono susseguiti gli accertamenti di polizia giudiziaria e gli incarichi peritali, nella ricerca investigativa delle più diverse ipotesi di reato. Tranne l'omicidio, sono state esplorate tutte le fattispecie: turbativa d'asta, peculato, abuso, reati ambientali ed urbanistici, etc. Nulla da eccepire sul diritto/dovere ad esperire delle indagini, ma che dire della incapacità - spero non altro - del pm di non riuscire a mantenere nell'alveo del proprio ufficio le indagini?"

"Indagini i cui contenuti venivano diffusi dai mass media con servizi scandalistici e toni colpevolisti - aggiunge -: dall'elenco dei 36 (sic !) galantuomini indagati, alle varie ipotesi di reato, prontamente rimbalzate anche sui mass media nazionali. Barbarie gratuite che segnerebbero anche i più forti d'animo. Personalmente, sono pronto a chiamare D'Agostino ed i suoi due alfieri (lo Scabotto ed il Lentino) in ogni sede, civile, Csm, Comando generale Arma, penale al fine di far accertare la correttezza del loro operato e ricorrerò anche contro la dichiarata prescrizione per i reati urbanistici stante anche la sentenza di assoluzione emessa nel rito ordinario per i medesimi reati, che non è stata appellata dalla Procura, potendo ora immaginarne anche le motivazioni".

"Resta comunque l'amarezza per il fatto che, mentre in questa vicenda lottavamo sul nulla per quasi 5 anni , il gruppo aziendale del quale mi onoro di far parte , nello stesso periodo ha realizzato importanti acquisizioni e investimenti con Piaggio (realizzando o ampliando tre stabilimenti in Cina, India e Vietnam) Aprilia, Moto Guzzi, Laverda, Is Molas, Cantieri nautici Rodriquez, Alitalia. Il mio pensiero - aggiunge Quarta - va a tutti i miei familiari, a tutti i collaboratori, ai tecnici, agli avvocati, all'ex sindaco Siciliano, perché tutti in ogni modo ci hanno manifestato vicinanza e ci hanno fatto sentire meno soli. Avrei voluto condividere questo momento che nella gioia, rimane amaro, con il geologo Giuseppe Lagna ed Alfonso Giannuzzi, che non sono più tra noi ma che sono certo oggi sarebbero stati felici al nostro fianco".

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