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Cronaca

“Studium 2000”: il Codacons parte civile contro Semeraro, il Comune no

Il giudice Silvia Minerva ha respinto la costituzione dell'amministrazione comunale per un vizio di forma legato alla procura speciale. L'associazione dei consumatori, con Provincia e Legambiente rappresenterà la collettività

LECCE – Gli interessi dei cittadini leccesi nel processo per il presunto inquinamento della zona della Torre di Belloluogo, che vede come imputato Giovanni Semeraro, saranno con ogni probabilità rappresentati “solo” dal Codacons e non dal Comune di Lecce. Il giudice monocratico, Silvia Minerva, ha infatti escluso per un vizio di forma l’amministrazione comunale su eccezione sollevata dal legale dell’imputato, Andrea Sambati.

Uno scivolone dell’avvocatura comunale, secondo alcuni, un’interpretazione eccessivamente restrittiva del giudice, per altri. Il Comune deve essere rappresentato nell’udienza di costituzione in giudizio solo dal legale che ha ricevuto in prima persona la procura speciale (Anna De Giorgi) e non da un suo delegato (nella circostanza, Tiziana Bello): questa la posizione, codice alla mano, di Silvia Minerva.

Toccherà quindi all’associazione dei consumatori, rappresentata dall’avvocato Tania Rizzo, prendere parte al procedimento che, tra l’altro, è stato unificato su richiesta del pubblico ministero Ennio Cillo, essendoci fino ad oggi due tronconi: quello nato dalla denuncia della famiglia Fiorentino, che fu la prima a denunciare l’inquinamento dei propri terreni, e quello sviluppatosi per le vicende di “Studium 2000”, il sito universitario sorto accanto all’ex deposito dell’Apisem.

Spiace che della partita non sia anche il Comune di Lecce (lo si dice senza alcuno spirito polemico) escluso per un formalismo processuale – è scritto in un comunicato del Codacons -, ma la sua assenza carica di maggiore responsabilità la nostra presenza in giudizio, perché seppure è vero che l’associazione dovrà dimostrare il danno nei rigorosi termini indicati dal tribunale, appare evidente come in quella sede saremo comunque chiamati a rappresentare la città di Lecce ed il Salento. Dovremo essere occhio vigile di tutela ambientale e soggetto attento alla tutela della nostra salute e di quella dei nostri figli”.

Il Codacons – prosegue la nota - rappresenterà il diritto dei salentini alla salubrità dell’ambiente, a non vedersi contaminati i propri territori, alla tutela dell’ambiente e della salute di tutti senza dimenticare la circostanza che i cittadini di Lecce potrebbero essere privati (se i fatti saranno dimostrati in aula) di un parco e di una importante zona a verde, in una città come quella di Lecce in cui le zone a verde scarseggiano e quelle che si vorrebbero realizzare o che sono in fase di realizzazione sono ferme al palo e chissà per quanto tempo vi resteranno”. 

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