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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Taranto

"Studium 2000", idrocarburi nel sottosuolo: Semeraro a giudizio

L'accusa della Procura, che ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio, è di avvelenamento colposo della falda acquifera sottostante il cantiere dell'Università del Salento e di inadeguata attività di messa in sicurezza

 

LECCE – L’imprenditore Giovanni Semeraro, patron del Lecce calcio, sarà processato nell’ambito dell’inchiesta relativa al complesso “Studium 2000”. L'accusa ipotizzata dalla Procura del capoluogo salentino, che ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio nei confronti dell’imprenditore, è di avvelenamento colposo della falda acquifera sottostante il cantiere dell'Università del Salento e inadeguata attività di messa in sicurezza e caratterizzazione dei luoghi contaminati.

Il processo si aprirà il prossimo 14 giugno dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Lecce. Il procedimento potrebbe essere riunito a un altro, già a dibattimento, che riguarda la possibile contaminazione della falda relativa a un terreno adiacente all’ex deposito.

L'ipotesi di reato alla base delle indagini è che la causa della contaminazione del suolo potrebbe essere in qualche modo collegata al fatto che il terreno è adiacente all'ex deposito Apisem di proprietà della “Rg Semeraro”, sito in corrispondenza tra la via Vecchia Surbo e via Taranto, alla periferia nord del capoluogo salentino. Un'ipotesi che ha portato, a maggio scorso, all'iscrizione del patron del Lecce calcio, Giovanni Semeraro (assistito dall'avvocato Andrea Sambati), nel registro degli indagati in un fascicolo di cui è titolare il procuratore aggiunto Ennio Cillo.

giovanni semeraro-2-4Il complesso “Studium 2000”, già sottoposto a sequestro preventivo, lo scorso 25 maggio, dai carabinieri del Noe di Lecce per il pericolo di inquinamento da sostanze nocive per la salute. Il complesso è stato poi dissequestrato all'inizio di luglio, tranne una piccola parte riconsegnata al'Università del Salento ieri. L'ex deposito sorge proprio alle spalle della cittadella universitaria, un complesso da 6 milioni di euro, ancora in costruzione, ma per buona parte terminato, dove sorgono aule, biblioteche ed altri laboratori.

Secondo il Noe, dopo la chiusura del deposito, gli idrocarburi si sarebbero riversati nel terreno con relativo inquinamento della falda. Secondo la difesa dell’imprenditore, “il deposito carburanti, già insistente su terreno della Rg Semeraro, è stato dismesso - come documentato dalle competenti autorità - nel lontano 1997 (tant'è che anche i Ctp parlano di “attività effettuata in passato nella proprietà di Semeraro”), e da allora non è stato più possibile alcun tipo di sversamento di materiale inquinante. La Rg Semeraro ha in corso un programma di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica dei terreni, concordato in ogni sua parte - anche nei tempi - con le autorità amministrative competenti (Regione e Provincia) sin dal 2008”.

 

Idrocarburi nel suolo, Studium a rischio contaminazione

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