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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Video di un rapporto a tre, poi il suicidio a 16 anni, ma ci sarà un solo processo

Al banco degli imputati, il personale della comunità terapeutica di Andria, dove la ragazza si tolse la vita il 19 giugno del 2019. Prosciolti per estinzione del reato invece il fidanzato e l’amico

LECCE - Si aprirà lunedì prossimo davanti al tribunale di Trani, il processo sul suicidio di una 16enne leccese avvenuto il 19 giugno del 2019 in una comunità di Andria, dove si trovava per curare problemi di depressione che si trascinava da tempo.

Il dibattimento servirà a chiarire se ci siano state eventuali negligenze da parte del personale della struttura di accoglienza, in particolare da parte del responsabile della struttura, di un educatore professionale, di un’infermiera e di un operatore socio sanitario, poiché la ragazza si sarebbe impiccata usando una cinghia e davanti alle telecamere di sorveglianza.

Non fu questo l’unico procedimento aperto, a seguito della denuncia della famiglia, assistita dall’avvocato Massimo Bellini.

Durante le indagini fu individuato un filmato di un rapporto sessuale avuto dalla ragazza, mentre era ubriaca, due anni prima, con il fidanzato e un suo amico. Il sospetto fu che a indurre la minorenne a compiere quel gesto potesse essere stata anche la diffusione di quel video. Ma, non sarebbero mai stati trovati riscontri in tal senso, e così ai due ragazzi (oggi più che ventenni) furono contestati esclusivamente i reati di pornografia minorile e violenza sessuale di gruppo.

Per loro, però, non ci sarà alcun processo, essendo riusciti a beneficiare (attraverso gli avvocati difensori Giuseppe Milli e Stefano De Francesco) dell’istituto della messa alla prova. In pratica, secondo il programma concordato col giudice, hanno svolto attività di volontariato per un anno e mezzo e, alla fine, nelle scorse settimane, il loro percorso è stato giudicato positivamente, ottenendo così l’estinzione dei reati di cui erano accusati.

L’avvocato Bellini però ha già annunciato che presenterà nei loro riguardi una richiesta di risarcimento dei danni, in sede civile, non essendo ammissibile nei procedimenti a carico di minorenni, la costituzione di parte civile, in ambito penale.

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