Si lancia da un ponte nel centro di Roma. Perde la vita un salentino 44enne
Un uomo originario di Nardò si è suicidato nella notte, nel cuore della capitale, a pochi passi dal Vaticano. E' morto nel tragico impatto con la banchina del Tevere, lasciando atterriti i passanti che hanno assistito alla scena. Sull'accaduto, indaga il commissariato di Prati
ROMA – E’ caduto giù, scivolando nel vuoto. Ingoiato dalla disperazione, dopo aver planato sulle acque del Tevere. Davanti gli occhi atterriti di un passante che, paralizzato da quella scena, non ha potuto che rivolgersi agli agenti di polizia della questura romana, chiedendo soccorsi. A togliersi la vita, un 44enne originario di Nardò, che si è lanciato dal Ponte Vittorio Emanuele II, quello che gli abitanti della capitale chiamano più comunemente “Vittorio”, morendo sul colpo intorno alle 2,30 di questa notte.
Sopraggiunti i sanitari del 118, per la vittima non c’era più nulla da fare: ogni tentativo di rianimarlo si è riveltato vano. E' deceduto in quel tragico impatto con la banchina sottostante, così come lui stesso aveva pianificato per motivi che non si conoscono ancora, sporgendosi dal parapetto. Sul luogo sono giunti gli agenti di polizia del commissariato di Prati, i quali hanno avviato le indagini, ascoltando i testimoni che si aggiravano nei pressi del Lungotevere degli Altoviti a quell’ora.
La zona, una delle più centrali, a pochi passi del Vaticano, e da via della Conciliazione, infatti, era ancora gremita, al momento dell’accaduto. Ma dell’episodio gli inquirenti hanno ancora pochi indizi. Nelle tasche della vittima hanno rinvenuto soltanto un documento di identità, che rivela la data e il luogo di nascita. Ma restano ancora molti interrogativi sulla professione che il 44enne svolgeva, o sul suo nucleo familiare. Né è dato conoscere, al momento, da quanti anni si fosse trasferito nella capitale o se, semplicemente, si trovasse nella Città Eterna soltanto per un breve periodo.
