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Tentò rapina armato in ricevitoria, fu pestato dai clienti inferociti: condannato

E' la pena inflitta ad Andrea Rosafio, di Surbo, accusato di tentata rapina a mano armata, e di aver evaso il regime degli arresti domiciliari. Al termine del giudizio è stata riconosciuta all'imputato una parziale incapacità di intendere e di volere

LECCE – Due anni di reclusione, è questa la pena inflitta ad Andrea Rosafio, 36enne di Surbo, accusato di tentata rapina a mano armata, e di aver evaso il regime degli arresti domiciliari. Una pene lieve quella pronunciata dal gup Alcide Maritati, sia perché giunta al termine del giudizio con rito abbreviato, sia perché all’imputato è stata riconosciuta (come chiesto dal suo legale, l’avvocato Mario Ciardo) una parziale incapacità di intendere e di volere. L'accusa aveva chiesto una condanna a tre anni. Il 36enne si trova attualmente in una comunità di recupero.

Lo scorso 17 febbraio Rosafio, poco prima delle 14, sperando di agire indisturbato, fece irruzione nei locali del centro scommesse "Elen@ Point" di via Francesco Petrarca, a Surbo, per ottenere l'incasso del giorno. Volto coperto da scalda collo e pistola in pugno, minacciò le due commesse presenti, facendosi consegnare contanti, telefoni cellulari e le chiavi del bagno. Un irruzione che non tenne conto della tenacia dei presenti e dei residenti del comune alle porte di Lecce. Dopo avere colpito con il calcio della pistola alla testa un cliente, il malvivente tentò di chiudere tutti i presenti nel bagno del locale, per guadagnare così la fuga indisturbato.

Altri due avventori, però, approfittando di una distrazione di Rosafio, lo aggredirono. Nella colluttazione il malvivente ebbe la peggio, grazie anche all’intervento di una terza persona. Il terzetto dopo averlo bloccato attese l’arrivo dei militari dell'Arma. Questi ultimi, accorsi su segnalazione di un testimone, rinvennero la pistola a tamburo (fortunatamente scarica) e l’indumento utilizzato per mascherare il capo. Dopo l’arresto i carabinieri ritrovarono, nelle vicinanze dell’attività commerciale, il veicolo utilizzato dal rapinatore per arrivare sul posto e soprattutto per scappare ad azione conclusa. Per questo Rosafio rispondeva anche di furto d’auto. Sul posto, oltre ai carabinieri della compagnia di Lecce, intervennero anche i sanitari del 118 per medicare le ferite riportate durante lo scontro fisico. Il 36enne fu condotto presso l'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, per essere sottoposto ad alcuni accertamenti medici, e dove gli fu riscontrata una frattura agli zigomi.

A dicembre scorso, Rosafio era stato fermato alla guida di una Fiat Punto, nonostante la patente gli fosse stata ritirata. In quell’occasione fu arrestato in flagranza di reato per aver violato alcuni degli obblighi ai quali avrebbe dovuto attenersi, in qualità di sorvegliato speciale antimafia, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

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