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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Otranto

Tar dà ragione al ristorante, a norma i nuovi arredi esterni per locali pubblici

Quanto disposto nel regolamento del Comune di Otranto è da considerarsi legittimo anche nel centro storico idruntino

LECCE – Per il Tar di Lecce, il nuovo dehors (lo spazio esterno di un pubblico esercizio) previsto dal Comune di Otranto per il “regolamento per l’arredo urbano”, in legno chiaro e con possibile chiusura a vetri per permettere la somministrazione all’aperto anche nei periodi meno caldi, sono legittimi anche nel centro storico idruntino. Lo ha deciso il tribunale amministrativo su ricorso della titolare del ristorante L’Altro Baffo, noto locale nella città vecchia di Otranto.

Nella primavera scorsa l’imprenditrice aveva presentato al Comune di Otranto istanza di permesso di costruire per la sostituzione dell’attuale gazebo in ferro e tela previsto dal precdente regolamento comunale con un dehor in legno chiaro e vetri rimovibili conforme al modello-tipo approvato dal regolamento. L’istanza era stata esaminata favorevolmente dalla commissione locale per il paesaggio, che aveva ritenuto che “le opere in progetto, di tipo reversibile, non determinano pregiudizio ai valori paesaggistici dell’area interessata e non intercettano visuali panoramiche privilegiate”.

La soprintendenza, però, aveva bocciato il progetto, tra l’altro, sul rilievo che il dehor, “con la sua sagoma”, avrebbe invece costituito “elemento di ingombro fisico e visivo tale da: alterare la percezione delle quinte urbane” della via di ubicazione nonché “la percezione delle visuali da e verso il Castello”. In buona sostanza, per la soprintendenza la “prevista struttura a telaio in legno con copertura e con vetrate, fisse e scorrevoli, a tutt’altezza” non era compatibile col contesto storico di prevista collocazione. Da qui la bocciatura e l’imposizione di copertura di tavolini e sedie all’aperto esclusivamente “con ombrelloni in tessuto di cromia chiara” e la decisione de L’Altro Baffo di impugnare dinanzi al Tar il parere negativo della Soprintendenza, attraverso il suo legale, l’avvocato Mauro Finocchito.

Il Tar ha accolto il ricorso, censurando la soprintendenza perché “ha omesso di considerare che le dimensioni e sagoma della nuova struttura sono pressoché corrispondenti a quelle della struttura attualmente installata (gazebo), che aveva a suo tempo ottenuto ben due pareri favorevoli. In altri termini, o gli attuali gazebo già costituivano intralcio alla visione e godibilità dello scorcio paesaggistico di riferimento, e allora non si spiega la ragione per la quale la soprintendenza aveva affermato (nel precedente parere) che essi non comportano “… significativa alterazione del contesto vincolato”; oppure (opzione da preferirsi, alla luce del suddetto parere) tali gazebo non costituiscono ingombro visivo al paesaggio, e allora anche la progettata struttura deve ritenersi immune da censure di questo tipo, presentando sagoma e dimensioni pressoché corrispondenti ai gazebo originari.

L’avvocato Mauro Finocchito esprime la propria soddisfazione poiché il Tar si era già pronunciato favorevolmente per i dehors, ma esclusivamente per gli esercizi al di fuori del centro storico, sui quali, comunque, già in sede stragiudiziale la soprintendenza si era dimostrata possibilista, mentre per i dehors all’interno della città vecchia aveva manifestato una chiusura pressoché totale.

Inoltre perché la precedente decisione sulla possibile realizzazione nella città nuova era stata assunta con semplice ordinanza di sospensiva, mentre in questo caso il Tar, nella camera di consiglio fissata per la discussione della sospensiva, ha ritenuto che la questione fosse chiara e meritasse la decisione con sentenza. Il che presuppone, a monte, una valutazione di manifesta fondatezza delle ragioni della ricorrente.

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