rotate-mobile
Cronaca

Tar Lazio boccia la Regione Puglia: sugli ulivi il ricorso è infondato

Dopo l'accoglimento della sospensiva, la doccia gelata: già venerdì, dunque, potrebbero essere completate le attività residue nel cantiere del gasdotto a San Foca. Il sindaco Potì: "Spero ancora nel buonsenso"

ROMA - Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Regione Puglia contro l'atto con cui il ministero dell'Ambiente ha concesso il via libera all'espianto, da parte del consorzio Tap, di 231 ulivi nell'area di cantiere di San Foca. Questo significa che i lavori per il completamento delle attività di rimozione e trasferimento degli alberi verso l'area di stoccaggio distante otto chilometri potrebbero riprendere già domani: dei 231 ulivi presenti in origine ne è rimasta solo una manciata.

Il 6 aprile il presidente del tribunale amministrativo romano si era limitato ad accogliere la richiesta di sospensiva urgente, rinviando la decisione alla camera di consiglio che si è tenuta ieri e che è stata convertita in una udienza di merito sfociata in una sentenza definitiva. La Terza Sezione ha stabilito che il ricorso è infondato e che non sussitono esigenze cautelari considerando che l'espianto è quasi concluso e che "è ragionevole ritenere che la migliore tutela delle piante in questione richieda l'allontanamento delle stesse dalle aree di cantiere".

Tra i punti dirimenti della sentenza viene sottolineato che, trattandosi di opera considerata strategica, il parere finale sulla titolarità del potere di verifica delle prescrizioni imposto al progetto è pur sempre statale - si contestava da parte della Regione la piena ottemperanza della A44 riguardo al coinvolgimento del Comune di Melendugno nella procedura di approvazione del progetto di mitigazione ambientale - tanto è vero, dicono i giudici, che anche la stessa Regione nelle sue comunicazioni si rimette alle valutazioni finali del dicastero, arrivate poi con la nota del 27 marzo.

Rispetto a questo documento, poi, il Tar Lazio fa presente poi che il via libera alle attività di espianto si fonda sue due atti autorizzativi emanati da articolazioni della stessa Regione - Osservatorio fitosanitario e Servizio provinciale agricoltura - e che le osservazioni successivo del Dipartimento di Ecologia non hanno comunque portato all'annullamento di quegli atti (l'annullamento in autotutela era quello che chiedeva l'amministrazione comunale di Melendugno). 

Sul seconto motivo opposto dalla Regione, cioè il richiamo alla prescrizione A5 sulla verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale del progetto esecutivo del tunnel di spinta del gasdotto, i giudici hanno rimarcato il fatto che si tratta di una fase successiva (1b) a quella dell'espianto degli ulivi e della realizzazione della strada di accesso (fase 0), secondo quanto stabilito dalla commissione tecnica ministeriale in un parere del gennaio del 2016 (che la Regione non ha impugnato) con il quale si determinano le fasi di ottemperanza ante operam per ogni step del progetto.

(Leggi la sentenzaTar)

Il commento del sindaco Potì

Poche ore dopo la diffusione della sentenza, il sindaco di  Melendugno, Marco Potì, si è recato in prefettura dove era in programma un comitato per l'ordine e la sicurezza dedicato alla fattibilità dei due grandi eventi musicali ipotizzati per il 25 aprile - dalla Regione e dalla Fondazione Notte della Taranta - e per il 1 maggio - dai promotori del So What Festival e Comitato No Tap. Prima di prendere parte ai lavori, al primo cittadino è stato chiesto un commento sul pronunciamento del Tar: “Ho letto gli aspetti più salienti - ha risposto Potì - e mi ha colpito il richiamo al preminente interesse statale in quanto opera considerata strategica: questo confligge con la necessità della concertazione e dell’accettazione dei territori e della regione interessata, come previsto dalla nostra carta costituzionale”.

L'amministrazione comunale di Melendugno, preso atto del verdetto, spera comunque in una soluzione diversa dal completamento dei lavori: “Continueremo a fare appelli al buonsenso, come abbiamo fatto fino ad ora, chiedendo alla società di evitare l’inutile sacrificio di questi ulivi, anche se per la maggior parte è stato già perpetrato, perché la fase successiva, quella del tunnel ancora non è concreta nella sua fattibilità, perché oramai siamo al 30 aprile che per motivi agronomici è il termine ultimo per gli interventi, perché vogliamo evitare qualsiasi occasione che possa diventare motivo di scontri o per usare la forza”.

Il commento del presidente della Regione Puglia Emiliano

“Andremo avanti perché crediamo fermamente che sia ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d’Italia”, ha commentato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

“Continueremo – ha aggiunto – a porre il problema in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all’iter decisionale”.  “Siamo convinti – ha detto infine Emiliano – che il tema dell’idoneità tecnica dell’approdo a San Foca non sia derubricabile a un semplice vezzo degli ambientalisti, ma che sia una delle questioni fondanti del rapporto tra sviluppo e identità di un territorio, come quello salentino, che non può essere appaltato a decisioni che vengono da lontano.

Intendiamo proseguire nel proporre soluzioni alternative che permettano la salvaguardia del territorio insieme all’implementazione delle necessità energetiche nazionali, cui la Puglia da sempre contribuisce massivamente”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tar Lazio boccia la Regione Puglia: sugli ulivi il ricorso è infondato

LeccePrima è in caricamento